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Decarcerare subito abolendo le leggi della destra

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Nel blog di oggi del sito lavoce.info, a firma Giovanni Mastrobuoni, si ragiona sulla situazione delle carceri in Italia e sulla possibilità che l’indulto o l’amnistia siano risolutori o meno del sovraffollamento.

Si ribadisce, anche, che la costruzione di nuove carcere non è riconducibile a un pensiero di destra o di sinistra. Forse la costruzione no, ma il pensiero alla base della carcerazione, credo, possa essere facilmente attribuibile a destra o a sinistra nel momento in cui si decide di punire alcuni reati (con il carcere) e non altri (reati societari come il falso in bilancio).

Che il codice penale sia neutro è una balla a cui, chiunque abbia minimamente dimistichezza con lo studio del diritto, non crede. Prova ne è che in Italia la tragica situazione delle carceri potrebbe in parte essere risolta abrogando due sole leggi. La legge sull’immigrazione e quella sulla droga. Migliaia di cittadini italiani e stranieri sono in galera per reati non contro il patrimonio, non contro la persona, non contro la pubblica amministrazione ma semplicemente per comportamenti che il pensiero dominante ritiene penalmente rilevanti. Si punisce uno status (drogato o clandestino) che, in se, non lede libertà e diritti di altri. Questo è un pensiero di destra, di quella destra che chiede al cittadino uniformità di comportamenti ed è rassicurata (e ossessionata) da un concetto di ordine sociale.

In merito alle pene alternative (affidamento in prova) per raggiungere risultati minimamente soddisfacenti si dovrebbe investire di più costrunedo credibili percorsi di reinserimento. Sulle pene sostitutive (per i reati minori, chiaramente) siamo agli albori di sperimentazioni che andrebbero incoraggiate. Ma al fine di evitare che tali sperimentazioni siano fallimentari bisognerebbe varare una vera piattaforma che preveda investimenti in personale e formazione che, al di là delle belle parole, è lungi dall’essere realizzata.

E non necessariamente l’insieme di questi investimenti costerebbe di più di un apparato penitenziario inefficace e dispendioso.

La realtà è che il carcere si dimostra essere la soluzione più rassicurante (e non più economica) per una classe politica che di novità non ne vuole sapere, perché, nella riflessione sociale, si colloca all’interno di un pensiero conservatore. Infatti le sopracitate leggi sono rimaste inalterate indipendentemente dai colori dei governi.

Ed ancora una volta è preferibile porre una pezza con un indulto o una amnistia piuttosto che assumere l coraggio di scelte originali e alternative all’interno del sistema penale.

Detto questo e sapendo che un indulto sarebbe una non soluzione (alla luce anche del tasso di disoccupazione) la situazione nelle carceri non può, nell’immediato, che essere affrontata in questi termini se vogliamo rientrare nel novero dei paesi civili. 

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