Il mondo FQ

E la riforma della Rai?

Icona dei commenti Commenti
Nella discussione politica è quasi scomparso il tema Rai. Dopo la nomina di Tarantola e Gubitosi non se parla più.
I tecnici sono al lavoro, non vanno disturbati. Ci sono i problemi di bilancio scoperti solo ora (forse ho la memoria corta, ma Rizzo Nervo non si era dimesso anche per questo?), ci sono troppi dipendenti (e le produzioni esterne?), c’è troppa politica (e il tg1 che dà troppo spazio al governo?). Certo non si può rimpiangere il passato ma qualche sforzo in più si potrebbe fare. Da diversi soggetti e movimenti arrivano proposte di riforma del servizio pubblico. Qual è la posizione dei partiti alla vigilia delle elezioni su questi temi? Sono d’accordo oppure no su:
– l’idea che il servizio pubblico è indispensabile anche nel mondo delle multipiattaforme. Anzi, per certi versi, c’è una maggiore necessità del suo ruolo (certezza e indipendenza delle notizie- contenuti gratuiti-ruolo nella produzione digitale e sul web – formazione permanente sull’uso delle tecnologie-valorizzazione delle culture minoritarie, ecc.);
– il servizio pubblico è un bene comune e necessita di una peculiare regolamentazione che lo affranchi dal mercato quanto agli obiettivi, alla gestione e al finanziamento. Tra l’altro, in Europa è forte il dibattito sulla possibilità di mettere a gara l’attività di servizio pubblico. Per questo è indispensabile che lo statuto di regole che ne disciplina il funzionamento sia tale da giustificarene l’affidamento alla Rai ope legis;
– anche nel servizio pubblico e forse più che in altre circostanza è necessaria la partecipazione della società (come fortemente chiedono vari movimenti) sopratutto nella sua governance. Nell’epoca di internet con l’affermarsi dell’idea di un esercizio più orizzontale del potere, anche di quello dell’informazione, devono cambiare le forme di rappresentanza classica nelle strutture di indirizzo e vigilanza della Rai;
–  il finanziamento deve essere pubblico con un canone parametrato al reddito e prelevato con l’Irpef;
– mai più editti o censure amministrative, libertà di inchiesta e di dibattito garantita.
Aspettiamo lumi in fiduciosa attesa.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione