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Lo scuolabus vietato ai bimbi Rom

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Da un lato si dice di voler aiutare la scolarizzazione e l’integrazione dei bambini rom e dall’altro si toglie lo scuolabus che li accompagna a scuola. Il Comune di Brescia ha sospeso il servizio in quanto i rom non avrebbero pagato la quota. Inoltre l’Amministrazione comunale ha chiesto alla direzione delle scuole materne che ospitano i bambini rom “morosi” di non accettarli e rimandarli indietro.

Mi chiedo: se esiste un problema di scolarizzazione, non sarebbe lungimirante fornire il servizio gratuitamente pur di mandare i bambini rom a scuola? Non sarebbe utile al raggiungimento dello scopo rendere il più semplice possibile l’accesso dei piccoli rom a scuola? Come comportarsi coniugando rispetto delle regole e civiltà?

E’ troppo facile scagliarsi contro gli ultimi, addossando loro ogni responsabilità. Gli zingari, gli extracomunitari in regola e quelli clandestini, i terroni, i disoccupati che non trovano lavoro perché non hanno voglia di fare niente. E’ facile prendersela con chi non ha voce, non si rischia niente e si fa sempre bella figura.

Quanti benpensanti chiacchieroni di destra e di sinistra, cattolici e atei, sentenziano sugli “zingari” senza mai aver messo piede in un campo o in un sottoponte.

In quanti, si sono lasciati trasformare in uno strumento senza volontà che porta avanti, come proprie, le idee di chi lo domina.

Mi viene in mente un brano tratto da un testo che ho dedicato alla figura di Dietrich Bonhoeffer: “Non riesco a restare indifferente davanti ai poveri che tentano di sopravvivere tra le nostre strade. Che pena vedere un bambino chiedere l’elemosina. Allora, provavo a parlarci e a cercare di conoscerlo. Restavo senza parole nel vedere come anche in tali condizioni quel bambino non fosse del tutto rovinato. Guardando quel sorriso e quella vitalità, mi chiedevo cosa avrei fatto io se mi fossi trovato al suo posto. Che straordinaria resistenza quei bambini e che umanità riuscivano a conservare. 
In quei bambini rivedo Gesù Cristo: come lui sono nati in una baracca, come lui sono vissuti da poveri e come lui, prima o poi, qualcuno li crocifiggerà.”

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