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Alcoa, nuova protesta davanti alla prefettura di Cagliari

Circa 450 lavoratori hanno bloccato la nave a Olbia dopo il rientro in Sardegna all'indomani della manifestazione al ministero dello Sviluppo: "La rabbia dei lavoratori è più forte della rassegnazione". La protesta continua in piazza Palazzo a Cagliari
Alcoa, nuova protesta davanti alla prefettura di Cagliari
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Circa 450 operai dell’Alcoa, al rientro dalla manifestazione di ieri a Roma davanti al ministero dello Sviluppo economico (dove è stato deciso il rallentamento dello spegnimento degli impianti e sono avvenuti duri scontri), hanno occupato stamane, per un paio d’ore, la nave Tirrenia all’attracco nel porto dell’Isola Bianca a Olbia. I lavoratori hanno lasciato il traghetto poco dopo le 9 e sono sbarcati per poi dirigersi verso Cagliari. Sono ora seduti in piazza Palazzo, davanti al Palazzo Regione dove si terrà la riunione. Sotto la vigilanza delle forze dell’ordine, scandiscono slogan e sbattono i loro caschetti a terra.

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“La rabbia dei lavoratori è più forte della rassegnazione”, spiega Rino Barca della Fim Cisl. “Siamo stanchi e delusi, ma decisi a usare tutti i giorni che ci restano prima della programmata fermata della fabbrica di Portovesme per accelerare la risoluzione del problema – dice – Vogliamo evitare che l’impianto si fermi e faremo se serve una manifestazione al giorno”. “E’ vero, l’azienda ha dichiarato che rallenterà le procedure di fermata, spegnendo fra le 5 e le 6 celle elettrolitiche al giorno – afferma Barca- ma da qui al prossimo 1 novembre l’impianto sarà stabilmente fermo. Ci sono ancora 270 celle in attività, quindi abbiamo ancora una cinquantina di giorni, considerato che le procedure proseguono anche il sabato e la domenica. Dobbiamo utilizzare questo tempo al meglio, per evitare la fermata”.

In mattinata ha parlato il governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci: ”Purtroppo le aspettative della giornata di ieri sono state in parte deluse. Speravamo che si riuscisse a interrompere il processo di spegnimento delle celle invece è stato solo rallentato. Si continuerà ma in termini più graduali. Adesso l’aspetto fondamentale è quello legato alle trattative in corso e alla possibilità di concluderle in tempi rapidi per intervenire prima che si spengano le celle. Lo spegnimento – ha spiegato il presidente – non significa la chiusura dell’Alcoa ma rende più difficile e problematico il riavvio”. Sulle prossime mosse Cappellacci ha affermato che “nelle prossime ore ci saranno altri incontri con governo, istituzioni e aziende interessate. In mattinata prenderò contatto con la Glencore per un incontro che si dovrà tenere oggi o domani”. 

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