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Tra Favia e Casaleggio ci guadagna Monti

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Anche quando il Movimento 5 Stelle si mette nei guai (da solo), la vecchia politica nazionale riesce a dimostrarsi più scadente che mai. Oltre al silenzio contegnoso dei big ABC, la rassegna delle opinioni espresse appare fantasmagorica.

L’apocalittico Deodato Scanderebech (Fli): “Triste fine quella del comico Grillo, aspirante leader politico dal fare mussoliniano che in realtà non è altro che il ventriloquo del gruppo Casaleggio. Lo diciamo da tempo -aggiunge- che quello che sta facendo Grillo non è frutto dello spontaneismo e della spinta della base ma un vero e proprio piano per arrivare in Parlamento e distruggere il nostro Paese”.

Il settario Nico Stumpo (Pd): “Favia, in un momento di distrazione, o forse di lucidità, ha detto la semplice verità: abbiamo a che fare con una organizzazione iper irreggimentata, quasi una setta, dove non si muove nulla se il guru Grillo non vuole. Lo avevamo sempre sospettato, ma detta in questo modo dal di dentro, rappresenta un segnale inquietante circa la vera natura del M5S”.

La decisionista Anna Maria Bernini (Pdl): ”Come fa le liste chi ci processa sulla trasparenza? Casaleggio dice ‘io nò, Grillo tace, e allora chi? Oggi è chiaro: esiste una casta a 5 stelle”.

Il filosofo Andrea Sarubbi (Pd): ”Se pensiamo di cavarcela aspettandoil cadavere di Grillo sulla riva del fiume, secondo me, non abbiamo capito nulla. Le cose dette a microfoni spenti alzano un velo che ora sarà difficile rimettere a posto. Bene, e allora? Cosa cambia per il Pd, per il Pdl, per l’Udc, per l’Idv, per la Lega? C’è davvero qualcuno in giro convinto che un voto in meno a Grillo sia un voto in più agli altri? Anzi, la rivelazione di Favia, “peraltro abbastanza annunciata, dispiace pure un pò, perché fa credere ad alcuni italiani che una politica diversa sia nei fatti impossibile. Sarebbe sbagliato dunque per il Pd aspettare il cadavere di Grillo sulla riva del fiume”.

Il realista Gianfranco Rotondi (Pdl): ”E’ inutile sparare su Grillo: ha una spinta iniziale per cui nei prossimi anni ci terremo Casaleggio quanto Casini”.

Chiaramente, l’allegro circo fa sganasciare gli unici veri beneficiari della tempesta nel bicchierino: Giorgio Napolitano e gli altri amici di Monti. Dimostrare che anche i 5 Stelle, presto membri di un parlamento quanto mai atomizzato e instabile, litigano e pasticciano proprio come i vecchi politicanti significa dare più spinta a un progetto di governo tecnico bis.

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