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Napoli, i pm chiedono il rito immediato per Lavitola: “Tentò di ricattare B.”

Soldi in cambio del silenzio sul caso Tarantini-escort. Oltre all'ex direttore dell'Avanti è coinvolto anche l'italo-argentino Carmelo Pintabona. Il Cavaliere è persona offesa e sarà chiamato a deporre in aula, ma l'ex presidente del Consiglio potrebbe non rispondere
Napoli, i pm chiedono il rito immediato per Lavitola: “Tentò di ricattare B.”
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E’ alle ultime battute l’inchiesta della procura di Napoli sul presunto tentativo di estorsione ai danni dell’ex premier Silvio Berlusconi che vede indagati l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola e l’italo-argentino Carmelo Pintabona, arrestato all’inizio di agosto. Secondo indiscrezioni i pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock e il procuratore aggiunto Francesco Greco si appresterebbero infatti a inoltrare al gip nei prossimi giorni una richiesta di giudizio immediato.

Il nome di Berlusconi, indicato dai magistrati come persona offesa dal reato, verrebbe inserito nell’elenco delle persone chiamate dai pm a deporre nel corso dell’eventuale dibattimento (l’ex premier potrebbe avvalersi tuttavia in aula della facoltà di non rispondere in quanto indagato in un procedimento connesso, ovvero l’inchiesta su Gianpaolo Tarantini e le escort condotta dalla procura di Bari).

Le conclusioni dei pm sono in linea con quanto stabilito il 24 agosto scorso dal tribunale del Riesame di Napoli che ha confermato parte delle accuse contestate ai due indagati, qualificando comunque il reato non come estorsione consumata bensì come tentativo di estorsione. Secondo l’accusa Lavitola durante la latitanza in Sud America avrebbe tentato di estorcere ingenti somme di denaro a Berlusconi (minacciando rivelazioni in relazioni ad alcune vicende giudiziarie, tra cui il caso Tarantini-escort.

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