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Tirrenia, per prenotare il traghetto ci vuole fortuna

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Il caso. La statistica. La sfortuna. O magari il caldo. Chissà. Sta di fatto che qualcosa non torna. Agli ingredienti poco prima elencati, aggiungerei anche della malizia, del fastidio, sicuramente un atteggiamento prevenuto. E via così. Risultato? Lascio a voi tirare le somme dopo quanto riportato.

Partiamo da alcuni dati personali: il sette luglio ho un matrimonio in Sardegna, in un paesino delizioso nell’entroterra dell’isola. No, niente Costa Smeralda o similari. Ma Sardegna vera, dura, aspra, generosa. Sono testimone dello sposo, povero lui. Ho deciso di partire in traghetto, primo perché non amo troppo l’aereo, secondo perché costa meno: è necessario avere una macchina a disposizione. Scelgo la Tirrenia. Sul sito trovo il numero del call center. Chiamo. La vocina registrata mi spiega i costi: 18 centesimi alla risposta da numero fisso; massimo 15,92 da cellulare più 48,96 al minuto. Non poco. Nell’attesa di un qualcuno pronto ad ascoltare le mie esigenze, ascolto una terrificante versione di “Per elisa”, realizzata su pianola del ’15-’18. Dettaglio superfluo, lo ammetto. Comunque, al quinto minuto di attesa (attenzione, “quinto”), finalmente un qualcuno mi risponde.

Prende i dati. Effettua la prenotazione. Tutto bene. Cavolo, penso, ci sono riuscito alla prima botta. Illuso. Aspetto: l’email di conferma non arriva. Aspetto ancora. Macché. Richiamo. Altri cinque minuti. La signorina (una donna questa volta), neanche aspetta la fine della mia spiegazione che subito mi indica l’errore: “Hanno scritto male l’email”. Ecco! Invece di alessandroferrucci, hanno riportato alessandriferrucci. Con la “i”. Alessandri, nome comune italiano. Eh già. Bene, lo cambi.

Ma guarda un po’, la signorina non fa in tempo a correggere la distrazione che salta la linea. Amen. Tutto da capo. Cinque minuti. E tre. Il ragazzo (un altro uomo), mi rispiega l’errore fatto. Mi rassicura: signore, non si preoccupi, tutto risolto. Ottimo! Sempre illuso. Attesa vana. “Leggermente” incazzato chiamo l’ennesima volta. Indovinate un po’ quanto ho aspettato? Bravi, cinque minuti.

Il quarto ragazzo subisce il mio fastidio, senza esagerare, per carità, non è colpa loro. Sono costretti a una vita di merda e si arrangiano. Mi offre una soluzione: alle brutte scriva al call center, dice. Ho scritto al call center. La risposta è arrivata. Nel frattempo il mio amico ha aggiunto altro stress a quello per il matrimonio “non fare così, non mi dire che non vieni!”. Lui è stato tranquillizzato. Ma voi, intanto, ditemi: cosa devo pensare?

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