Dalai LamaLa Cina è vicina, e la Madonnina un po’ la teme. Il Consiglio comunale di Milano, che ieri doveva concedere la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, ha deciso infatti di lasciar perdere: per non irritare la Cina, che considera un nemico la massima autorità religiosa del Tibet, per via delle richieste d’autonomia per il suo Paese. I rappresentanti in Italia della Repubblica popolare cinese hanno fatto capire che se a Tenzin Gyatso (questo il nome del Dalai Lama) fosse concessa la cittadinanza onoraria, la Cina potrebbe non partecipare a Expo 2015.

Qualche stima azzarda che i cinesi che verrebbero a visitare Milano in quell’occasione potrebbero essere circa un milione. La previsione è forse molto ottimistica, ma comunque gli organizzatori di Expo non se la sentono di rischiare: come perdere una presenza comunque consistente, in una manifestazione già ridimensionata e pesantemente segnata dai ritardi e dalle polemiche?

Devono essersi posti questa domanda anche molti esponenti del Consiglio comunale. Ieri era in programma che a Palazzo Marino tutti i gruppi consigliari firmassero una delibera per concedere l’onorificenza al Dalai Lama (che andrà a visitare le zone emiliane terremotate, ndr). Ma tutto è stato rinviato a data da destinarsi: la sospensiva è stata approvata con 16 voti a favore, 12 contrari e tre astenuti. Hanno dato voto contrario i consiglieri di Pdl, Lega, Fli e Milano al Centro, il radicale Marco Cappato, Mattia Calise del Movimento 5 Stelle, David Gentili del Pd. Astenuti il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo e Ruggero Gabbai, del Pd, presidente della commissione Expo. Sono usciti dall’aula al momento del voto quattro consiglieri del Pd (Paola Bocci, Lamberto Bertolè, Gabriele Ghezzi e Carlo Monguzzi) e due di Sel (Luca Gibillini e Mirko Mazzali).

Le autorità cinesi avevano trovato il modo di far arrivare a Palazzo Marino la loro contrarietà: sembra che il console a Milano della Repubblica popolare cinese avesse espresso il suo disappunto e le autorità italiane (il prefetto e il ministero degli Esteri) avevano raccolto il messaggio, facendolo arrivare fino al municipio milanese.

Oggi i consiglieri comunali dovranno prendere una decisione. Potrebbe essere un compromesso: lasciar cadere la cittadinanza onoraria, sostituita però da un invito a parlare alla città durante una seduta straordinaria del Consiglio comunale.

Il sindaco Giuliano Pisapia ha fatto sapere che riceverà comunque a Palazzo Marino il Dalai Lama, che sarà a Milano dal 26 al 28 giugno. Gli aprirà le porte del municipio, a differenza del predecessore, Letizia Moratti, che cinque anni fa, per non mettere a rischio i rapporti con la Cina in vista del voto sull’assegnazione dell’Expo a Milano, non ricevette il Dalai Lama, ma andò a porgergli un saluto al Palasharp, dove il leader spirituale dei buddisti teneva una conferenza pubblica.

 “Come sindaco di Milano”, ha dichiarato Pisapia, “da quando ho saputo della notizia che il Dalai Lama sarebbe venuto a Milano, ho detto che lo avrei ricevuto. Credo che questo sia un segnale importante e penso che possa essere una decisione che possa evitare un segnale di inimicizia verso il popolo cinese e al tempo stesso di rispetto verso il Dalai Lama”. Niente cittadinanza onoraria, però: “Se non c’è l’unanimità, non sarà concessa”, ha chiarito Pisapia. Il sindaco ha spiegato anche di non aver avuto alcun contatto ufficiale con le autorità cinesi, né con funzionari della Farnesina: “Ho incontrato, in occasione della cena organizzata dalla Fondazione Italia-Cina, la console cinese di Milano che mi ha comunicato che la cittadinanza onoraria al Dalai Lama sarebbe stata interpretata come un segnale di inimicizia verso il popolo cinese. Noi non accettiamo diktat da nessuno”, ha concluso il sindaco, “siamo autonomi. Non vogliamo però creare inimicizia, ma pace”.

Il Fatto Quotidiano, 22 Giugno 2012

(Foto: LaPresse)

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