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Giustizia: riforma del Csm e merito scolastico

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Puntualmente, anche con questo governo, la questione giustizia emerge, come se, con tutti i mali del Paese, uno dei più importanti e su cui dover intervenire urgentemente, sia appunto la giustizia.

Questa volta si tratterebbe di un testo proveniente dall’esecutivo in cui si prevedrebbe un numero paritario tra membri togati e membri laici all’interno  del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm).

Ciò che lascia perplessi è che una norma di tal fatta sarebbe stata inserita in una legge ordinaria (un ddl sul merito scolastico), quando la costituzione del Csm è dettata dall’art. 104 della Carta Costituzionale, e prevede che i membri del Consiglio siano in numero di due terzi togati ed un terzo laici. E pertanto solo una legge di rango costituzionale potrebbe modificare la norma.

Ma ciò che lascia altresì perplessi è che il testo sarebbe andato avanti nonostante che sia Monti sia il Ministro della Giustizia, Severino, l’avrebbero in precedenza bocciato. Almeno così dicono. Pare però strano che un sottosegretario (Catricalà) abbia deciso autonomamente di mandare avanti il testo nonostante i suddetti pareri contrari.

Quello che è chiaro invece è che, ancora una volta, si tenta, come già in precedenza con il governo Berlusconi, di limitare l’autonomia dei giudici per sottoporli ad un controllo più o meno diretto da parte dell’esecutivo. Minando in tal modo uno dei fondamenti della Repubblica: l’autonomia dei poteri.

Se a  questo maldestro tentativo di riforma del Csm, uniamo la proposta sempre viva ed attuale relativa alla responsabilità civile dei giudici, se uniamo quella sempre viva ed attuale della separazione delle carriere (che può portare la magistratura inquirente sempre più nell’orbita del potere politico), se uniamo quella sempre viva ed attuale della non obbligatorietà dell’azione penale, abbiamo un quadro ancor più preoccupante di quello che potrebbe essere il futuro della nostra magistratura.

Per il presente, basti ricordare le carenze di organico e di finanziamenti. Anche queste sono scelte politiche che qualcosa dicono…

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