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La tragedia di Brindisi e delle parole a vuoto

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Ho enorme pena per la ragazza morta, atrocemente, in un vile attentato. La piccola Melissa, la piccola Veronica che spero ce la faccia e gli altri piccoli feriti, a cui la vita, improvvisamente, ha aperto uno squarcio di adulta follia.

Nell’immediatezza dell’attentato ho scritto sulla mia pagina facebook, però, anche del fastidio in merito alle tante parole vuote e ai tanti vaneggiamenti su mafia, servizi deviati, strategia della tensione e tutto quanto, purtroppo, la storia di Italia ci ha insegnato a temere.

Un rumore, assurdo e roboante da parte di persona che, in assenza di notizie e dati certi, hanno piegato la realtà ai loro disegni e, forse, anche ai loro desideri.

Anche alcuni blogger dello stesso Fatto Quotidiano, non sufficientemente annichiliti dalla tragedia in sè, hanno addebitato al mondo intero le origini e le cause di questa bomba.

Mi auguro che nei prossimi giorni parole di vera pietà per le vittime non sporcate dalle teorie del complotto o di inesistenti disegni macro criminali, possano trovare ospitalità in questo giornale. Passi facebook che è capace di essere anche cloaca del mondo, ma i commenti di chi ha il dovere di riflettere sul significato delle parole , hanno rappresentato una finestra di pessimo esercizio intellettuale.

La prudenza dei ministri è risultata, a questo punto, una enorme lezione di stile rispetto alla sguaiata e arrogante sicurezza con cui, in buon ordine, si è attribuita alla mafia, ai servizi deviati, al terrorismo finanziario, all’eversione anarchica e, buona ultima, alla cupola nera che dovrebbe essere un misto di massoneria e strateghi internazionali.

Questo atto in sé ci impone la massima vigilanza. Ma vigilare significa anche misurare le parole e dare un senso compiuto alle frasi che si dicono o che si scrivono. Cosa, che, purtroppo, nella giornata di ieri si è smarrito.

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