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Società e case: confiscati 330 milioni al re dei videopoker accusato di mafia

Provvedimento del tribunale di Reggio Calabria sul patrimonio di Gioacchino Campolo. Sigilli a due società, centinaia di immobili, auto e moto. L'uomo è sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per 4 anni

Società e case: confiscati 330 milioni al re dei videopoker accusato di mafia
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Confiscati i beni del “re dei videopoker”. Il 73enne Gioacchino Campolo dovrà rinunciare a 330 milioni di euroIl tribunale di Reggio Calabria ha disposto la confisca del patrimonio di una ditta individuale e due società e relativi conti correnti, oltre a circa 260 beni immobili, tra appartamenti, terreni, magazzini adibiti a negozio o deposito, ubicati per lo più a Reggio Calabria e provincia ma anche a Taormina, Roma e Milano e anche un appartamento a Parigi, in Rue Saint Honorè. Confiscati anche auto, veicoli commerciali e motocicli. Nel luglio 2008 a Campolo furono sequestrati beni per 25 milioni. Qualche mese dopo, il 13 gennaio 2009, l’imprenditore dei videopoker fu arrestato dalla Guardia di Finanza con l’accusa di trasferimento fraudolento di valori, e subì un secondo sequestro di beni per un valore di circa 35 milioni di euro, nell’ambito dell’operazione “Geremia”. 

Il collegio presieduto da Kate Tassone, che si è pronunciato l’8 maggio su richiesta del Procuratore della Repubblica, ha sottoposto Campolo alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per 4 anni. Il 5 settembre del 2009 a Campolo fu notificato in carcere, ancora dalle Fiamme Gialle, un nuovo provvedimento restrittivo, con l’accusa di estorsione in danno di locali imprenditori, cui avrebbe imposto di utilizzare le proprie macchinette, aggravata dalle modalità mafiose (in quell’occasione fu arrestato Andrea Gaetano Zindato, 25enne presunto esponente dell’omonima famiglia mafiosa). Per quest’accusa Campolo è stato condannato in primo grado a 18 anni di reclusione nel gennio 2011. Nel luglio 2010 sempre la Guardia di Finanza, con l’operazione “Les Diables”, emersero nuove accuse per Campolo, ritenuto dagli investigatori legato a vari esponenti della ‘ndrangheta reggina. Tra i collaboratori di giustizia che hanno accusato Campolo figurano Paolo Ianno, ex componente della cosca Condello, Antonino Fiume e Giovanni Battista Fracapane, questi ultimi due ex componenti della cosca De Stefano.

Ancora, secondo le accuse, Campolo avrebbe sistematicamente aggirato la normativa sui videopoker e avrebbe dotato gli apparecchi da gioco che gestiva di marchingegni capaci di consentire vincite in denaro. Campolo è stato scarcerato lo scorso marzo per motivi di salute. Avrebbe accumulato enormisomme di denaro da mettere a disposizione di esponenti di vertice della ‘ndrangheta. 

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