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Curati, a tuo rischio e pericolo

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Il medico di base mi ha prescritto una medicina. L’ho presa in farmacia e sono andato a leggere il cosiddetto bugiardino, dove ho appreso che detto farmaco può avere i seguenti effetti indesiderati: reazione anafilattica, anoressia, disidratazione, gotta, iponatremia, depressione, insonnia, confusione mentale, nervosismo, sonnolenza, alterazione del gusto, capogiro, cefalea, stupor, sincope, vertigine, angina pectoris, aritmie, tachicardia, vampate, ipotensione, dispnea, congestione nasale, dolore addominale, stipsi, diarrea, flatulenza, sanguinazione gastrointestinale, singhiozzo, nausea vomito, prurito, eruzione cutanea, lombalgia, crampi muscolari, incontinenza, nicturia, insufficienza renale, impotenza, astenia, sete, faticabilità, anemia, diminuzione della libido, encefalopatia, tremori, tosse, ulcera peptica, palpitazioni, secchezza delle fauci, ittero, disturbi della funzionalità epatica, alopecia, dolore alle estremità, aumento della pressione intraoculare, trombocitopenia, iperglicemia, inquietudine, appannamento transitorio della visione, angite necrotizzante, polmonite, edema polmonare, pancreatite, orticaria, nefrite interstiziale, febbre.

Ho omesso le parole troppo difficili, per me, da trascrivere. Alla fine della allegra lista c’è scritto: “Un paziente con arresto cardiaco parziale ha sviluppato un arresto cardiaco totale”. E andiamo.

Non mi chiedo se alla fine assumerò l’insidiosa sostanza. Lo farò, perché l’inquietante e indifferenziato elenco mi ha convinto, nella sua estensione e completezza, che questo farmaco non ha effetti indesiderati. Forse era proprio quello che volevano. E proprio per questo mi chiedo: a che serve tutto questo? Che cosa ha a che fare con il consenso informato? E che cosa ha portato a questa incapacità di assumersi la responsabilità di dire che un farmaco si può assumere senza problemi?

Adesso il mondo va così. Entri in banca e ti fanno firmare una dichiarazione in cui riconosci che l’investimento che ti hanno appena consigliato lo fai a tuo rischio e pericolo, dichiarandoti cosciente del rischio di perdere i tuoi soldi. Entri in farmacia e ti danno un farmaco che può anche ucciderti sul colpo, ma c’era il biglietto dentro che ti avvertiva. Nessuno si assume più la responsabilità di niente. Tra poco vedrete che nel menu dei ristoranti ci sarà la nota “questi cibi potrebbero risultare velenosi”, all’ingresso dei cinema l’avviso “il film potrebbe rivelarsi palloso”, nei reparti ospedalieri la scritta “non è garantito che tu ne esca vivo”, e nelle aule universitarie si ammonirà che “la laurea non esclude il rischio che usciate da qui ignoranti come prima” (e quest’ultimo cartello sarebbe opportuno da tempo). “Te l’avevo detto”. L’Occidente del Terzo Millennio ha trovato il suo motto.

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