Da qualche giorno, tra amici, ci si scopre a farsi una domanda strana: “Me la dici la tua parola del cuore?”. Chi vive fuori dal circolo (vizioso?) della televisione e dei mass media, replica strabuzzando gli occhi, magari pensando tra sé: “Ma è completamente impazzito? Che vuol dire?”. Gli altri, invece, sanno benissimo di cosa stiamo parlando, perché anche loro sono entrati nel mood di “Quello che (non) ho”, il nuovo programma-evento di Fabio Fazio e Roberto Saviano, in onda lunedì, martedì e mercoledì alle 21.10 su La7. Tre sere consecutive, dunque, e non un appuntamento settimanale. Un po’ come il Festival di Sanremo, come ogni evento televisivo che si rispetti. Una scelta rischiosa, almeno dal punto di vista televisivo. Non è facile fidelizzare il pubblico in così poco tempo, ma forse nemmeno Fazio e Saviano puntano agli ascolti irripetibili di Vieni via con me.

La Rai ha rinunciato al programma, e magari prima o poi riuscirà anche a spiegare il perché ai suoi azionisti (cioè a noi, che paghiamo il canone). E il duo ha deciso di traslocare sul Terzo polo televisivo, cambiando contemporaneamente l’approccio al capitolo audience. Fazio e Saviano non lo dicono, ma è ovvio che non si aspettano i nove milioni di telespettatori di un anno e mezzo fa. Quello che ripetono a ogni occasione, invece, è la mission del progetto: attraverso le parole, si racconterà quello che l’Italia ha e non ha, quello va e non va nel nostro paese. Le note liste di Vieni via con me torneranno, dunque, perché cambiare è bene ma abbandonare un metodo vincente sarebbe incomprensibile. Di nuovo c’è la location scelta (le Officine Grandi Riparazioni di Torino) e le presenze femminili. Da Che tempo che fa arriva spedita Luciana Littizzetto, che avrà il compito di disturbare la liturgia fazio-savianesca, che a volte rischia di diventare stucchevole. E poi la cantante Elisa, che offrirà cover di alcuni grandi successi della storia del rock.

Sul web, intanto, l’operazione “Quello che (non) ho” è già partita. Il sito della trasmissione invita gli spettatori a inviare la loro parola preferita, quella a cui sono più affezionati, o anche quella che proprio non gli va giù. L’elenco è già lungo: dalla A di abbraccio alla Z di zucchero filato, ce ne è davvero per tutti. Dagli engagés (Africa, legalità, volontariato) agli intimisti nazionalpopolari (mare, mamma, amore), c’è già quasi tutto quello che ci si aspettava. C’è anche crisi, ovviamente, così come merito e meritocrazia. E fa bella mostra di sé anche un eloquente vaffanculo, tornato prepotentemente di moda.

Il resto dell’elenco, che si preannuncia lunghissimo, lo ascolteremo da lunedì a mercoledì, quando i gran sacerdoti della televisione di qualità cercheranno di bissare un successo forse irripetibile. L’unico rischio, dicevamo, è la deriva pistolottistica dei Nostri, sempre inclini al sermone che ammorba, alla lezioncina che appalla. Ma per salvarci da questo rischio quest’anno c’è la Littizzetto sempre pronta, nel caso, a inserire un vaffa di tanto in tanto e a ricordare ai suoi compagni di viaggio (e a noi stessi) di non prendersi troppo sul serio.

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