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Grillo: “Il denaro fuori dai partiti”. Bersani: “Demagogo, ma fa politica”

Il leader dei Cinque Stelle conferma che il movimento non farà apparentamenti ai ballottaggi e rilancia l'uscita dell'Italia dall'euro: "E' un cappio al collo". Per il segretario del Pd "ci sono domande, molta demagogia e un accumulo di proteste"

Grillo: “Il denaro fuori dai partiti”. Bersani: “Demagogo, ma fa politica”
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Il Movimento Cinque Stelle ai ballottaggi non si apparenterà con nessuno. A confermarlo Beppe Grillo che sul suo blog scrive: “Né di qua, nè di là. Semplicemente sopra e avanti!”.

Ma oggi è stata un’altra giornata intensa per il comico e leader del movimento che ha attaccato su più fronti. Soprattutto attaccando i partiti: “I soldi dei rimborsi elettorali li hanno già spesi – scrive – per questo non possono tagliare la prossima rata di 138 milioni”. Ma “la soluzione è semplice, se non si possono tagliare i finanziamenti illegali, in quanto rigettati da un referendum, si taglino i partiti. Tertium non datur”. “Fuori i soldi dalla politica”, intima il comico. Che lancia un sondaggio tra i suoi lettori per chiedere se sono d’accordo sulla necessità di abolire, oltre a quello pubblico, anche il finanziamento ai partiti da parte di “concessionari dello Stato e partecipanti ad aste pubbliche”.

La consultazione è un vero plebiscito. Nelle prime 5 ore il 98,27% dei quasi 19 mila votanti dice sì all’abolizione, contro un residuale 1,73% di no. Alcuni, in forma anonima, spiegano le ragioni del sì: “Hanno mangiato troppo. E’ il momento che si mettano a dieta questi scellerati”. “Il M5S dimostra che si può far politica senza soldi”. Fioccano gli insulti ai partiti e c’è chi parla di un sistema di “mazzette mascherate”. Ma c’è pure chi, isolato, i rimborsi li vuol tenere perchè “sennò possono far politica solo i miliardari come Grillo”.

Altro fronte aperto da Grillo quello economico. A Bloomberg ha ribadito la sua proposta di abbandonare la moneta unica: uscire dall’euro non è un tabù. “L’euro è un cappio al collo che si restringe di giorno in giorno” e dunque, ritornare alla lira “attraverso una svalutazione del 40-50% anche se non risolverà tutti i problemi economici del Paese, renderà le nostre esportazioni più competitive”. Tema non nuovo tra quelli introdotti da Grillo. 

Oggi tra l’altro tra mezzi sdoganamenti con distinguo (Di Pietro, De Magistris, Prodi), si registra anche la dichiarazione del segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani che a Piazzapulita, su La7, commenta che “la demagogia può portare all’ingovernabilità”, ma “non catalogo come anti-politica una formazione politica”. “Io sento come sfida i temi” proposti da Grillo, ha assicurato il segretario del Pd, nel movimento Cinque stelle “ci sono domande, molta demagogia e un accumulo di proteste”.  “Io Grillo l’ho ascoltato quando ero a Palazzo Chigi”, ricorda anche l’ex premier Romano Prodi, che invita ad ascoltare la “parte propositiva”.

Ma mentre Grillo lancia i suoi anatemi, alla Camera prosegue il cammino del nuovo testo ‘Abc’ sui bilanci dei partiti, che introduce già quest’anno un taglio del 50% dei rimborsi. Oggi la commissione Affari costituzionali ha dato mandato ai relatori per l’Aula, dove la proposta di legge approderà il 14 maggio.

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