Dal minimalismo francese di Eliane Radigue a quello americano riletto dalle sorelle Katia e Marielle Labèque, passando per la chitarra Fred Frith fino a portare la rivoluzione musicale di John Cage tra la Basilica di San Petronio e Piazza Maggiore.

Inizia oggi, 3 maggio, per concludersi l’1 giugno, la 22esima edizione di AngelicA Festival – Momento Maggio, sotto la direzione artistica di Massimo Simonini.

Se il 2012 segna un anno di svolta per AngelicA, che – grazie all’assegnazione da parte del Comune di Bologna – “trova casa” al Teatro San Leonardo, trasformato in questi mesi di programmazione intensa e diversificata in un Centro di Ricerca Musicale, ecco che il Momento Maggio mantiene – per caratura, per vocazione internazionale – tutta la sua centralità nell’anno solare di AngelicA e si snoda tra i diversi luoghi musicali di Bologna (dal Teatro Comunale al Conservatorio, segno manifesto del volere e riuscire a fare rete) e le diverse città dell’Emilia-Romagna (grazie al sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione), rinnovando le collaborazioni sempre vive con realtà ricettive come il Festival L’Altro Suono di Modena e il Lugo Opera Festival di Lugo di Romagna.

“Noi facciamo delle scelte e non possiamo accontentare tutti”, ha spiegato l’assessore alla cultura Alberto Ronchi, “E’ finito il tempo dei finanziamenti frazionati. Da oggi concentriamo i nostri sforzi in progetti precisi, tra questi uno è senz’altro AngelicA, che riporteranno Bologna tra le grandi città europee”.

Ecco allora che mentre Marino Formenti, Nowhere In The Cage, prosegue instancabile ed imperterrito nella sua straordinaria performance / interpretazione al piano di una selezione di brani di John Cage, Louis Couperin, Morton Feldman, Erik Satie, Brian Eno (coproduzione Xing/Live Arts Week, Angelica e Fondazione Teatro Comunale di Bologna nell’ambito di Centocage) il Momento Maggio di AngelicaA entra subito nel vivo.

Giovedì 3, alle ore 21.30, Teatro San Leonardo di Bologna in scena Occam, recente lavoro realizzato da Eliane Radigue. L’ottantenne celebre compositrice di origini parigine è nota storicamente per i suoi lavori per sintetizzatore analogico modulare ARP 2500, in particolare la Trilogie de la Mort (Kyema, Kailasha, Koumé), masterpiece trascendentale della durata complessiva di quasi tre ore, pubblicato dalla Experimental Intermedia di Phill Niblock, ispirato al Bardo Thodol, il Libro tibetano dei morti. Nel corso dell’ultimo decennio la Radigue ha iniziato a comporre soprattutto per strumenti acustici ed è proprio in questa schiera che va collocata Occam, opera aperta e pensata come esperienza condivisa, in cui ogni nuovo assolo costituirà in futuro una fonte per lo sviluppo complessivo. Nel corso della serata verranno presentate in prima assoluta, da quattro solisti, le quattro parti originarie: la prima sarà affidata all’arpa di Rhodri Davies, la seconda al violino di Silvia Tarozzi, la terza al birbyne di Carol Robinson, la quarta alla viola di Julia Eckhardt.

Sabato 5 invece, sempre al San Leonardo, 21.30, sarà la volta di due tra gli ospiti più attesi di tutta la rassegna ovvero Philip Jeck e Marina Rosenfeld. Jeck è un compositore inglese poliedrico e dotatissimo che, in virtù del suo approccio al giradischi come strumento, costituisce ai miei occhi una sorta di punto d’incontro ideale tra il lavoro pionieristico ed illuminante di Christian Marclay sui supporti fonografici, le derive glitch ambient emozionali di un artista come Fennesz (con cui tra l’altro condivide attualmente l’affiliazione all’ormai storica e trentennale etichetta britannica Touch) e mille altre suggestioni. Insomma, prendete uno qualsiasi dei suoi lavori, dal celebre Vinyl Coda a Stoke, da Surf a Sand, e scoprirete un’artista davvero eccezionale, ben lontano da qualsiasi virtuosismo fine a sé stesso, dagli esiti del tutto impressionisti e carichi di espressività. Anche la newyorkese Marina Rosenfeld, che in passato ha collaborato con alcuni dei più illustri artisti della Big Apple come il già citato Marclay, i Sonic Youth e DJ Olive, si esprimerà tramite giradischi ed elettronica: insieme a Philip Jeck ci proporrà Two Solos and a Duo e dunque attendiamoci due esibizioni soliste ciascuno che culmineranno in un lavoro combinato in coppia. In qualità di turntablist sui generis, della Rosenfeld leggiamo che come fonti sonore usa prevalentemente dub plates che incide personalmente, “scariche elettrostatiche dal vinile, frammenti di rumori strumentali ed elettroacustici ed altri detriti audio”.

La programmazione completa è consultabile su www.aaa-angelica.com . Sulla rimanente fitta rete di appuntamenti della seconda, terza e quarta settimana di AngelicA – tra cui le sorelle Labèque (8, 9 e 10 maggio), Fred Frith: Cosa Brava (19 maggio), le “registrazioni sul campo” di Giancarlo Toniutti e le “lampadine sonore” di Michael Vorfeld (15 maggio), Centocage: dal pianoforte di Ciro Longobardi ai concerti in San Petronio e Piazza Maggiore (30 e 31 maggio, 1 giugno) – torneremo ogni sette giorni. 

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