Il mondo FQ

50 miliardi dai capitali evasi in Svizzera: cosa aspettiamo?

Icona dei commenti Commenti

Il 17 aprile il Commissario europeo alla fiscalità ha dichiarato la “piena conformità” col diritto comunitario degli accordi stipulati da diversi paesi europei con la Svizzera. Questi accordi prevedono che sui capitali esportati in Svizzera da evasori fiscali sia prelevata una quota sostanziosa che finirà nelle casse dei rispettivi Stati. In cambio, quei capitali potranno restare in Svizzera. L’Austria, che ha siglato un accordo con la Svizzera il 13 aprile, ha fissato l’ammontare di questa una tantum al 30% della cifra complessiva (siamo ben lontani dall’obolo del 5% richiesto a suo tempo da Tremonti). Se l’Italia imponesse un prelievo del genere sulle somme depositate in Svizzera da residenti italiani, nelle casse dello Stato entrerebbero 50 miliardi.

Monti, che in precedenza si era detto favorevole agli accordi con la Svizzera ma “solo nel quadro di un’intesa comunitaria”, ora è diventato disponibile. Ma bisogna fare presto e con tempi certi. Anche perché è sempre più evidente che le misure di finanza straordinaria assunte lo scorso anno (dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti) sono inique. Questo è vero in campo fiscale (contro la progressività prevista dall’art. 53 della Costituzione): si pensi all’aumento delle tasse indirette (che ha fatto ripartire l’inflazione), all’Imu, o alle accise sulla benzina. Ma è vero più in generale: si pensi al blocco dell’indicizzazione delle pensioni a partire dai 1.400 euro lordi, al brusco innalzamento dell’età di pensionamento, alla riduzione dei servizi sociali erogati dagli Enti Locali a causa dei tagli di spesa.

Tutte queste misure hanno colpito severamente la capacità di spesa delle famiglie, ridotto la domanda interna e quindi spinto l’Italia in recessione: infatti chiunque produca per il mercato interno ha avuto un crollo del fatturato.

La Banca centrale europea – che farebbe meglio a riflettere su come fare bene il proprio lavoro – pensa che l’Italia dovrebbe raschiare altri 5 miliardi dal fondo del barile accorpando le province. Noi pensiamo che 50 miliardi prelevati agli evasori sarebbero dieci volte quella cifra. E che, a differenza dei tagli alle prestazioni sociali e dell’aumento delle tasse dirette e indirette, non avrebbero alcuna ripercussione sulla domanda, e quindi alcun effetto negativo sull’economia. Non sarebbe stato meglio partire da lì?

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione