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Salone del Mobile, i controlli della Questura contro il lavoro nero

Un'inchiesta del Fatto aveva denunciato le irregolarità e la pratica del 'caporalato' nel corso della kermesse milanese. Indagate tre persone per favoreggiamento all'immigrazione clandestina e otto operai perché sprovvisti di permesso di soggiorno

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Dopo l’inchiesta del Fatto sulla kermesse del Salone del Mobile, la Questura milanese e gli uomini del Commissariato Rho-Pero hanno svolto, oltre ai controlli ordinari, un “servizio straordinario finalizzato al contrasto del caporalato e del lavoro sommerso e clandestino nelle adiacenze e all’interno” della Fiera di Rho. Una attività pianificata insieme alla stessa Fieramilano Spa che ha messo a disposizione il proprio personale di sicurezza. E ai controlli interni hanno preso parte anche Ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro. 

“Sono stati controllati ed identificati inoltre 100 operai di cui 20 extracomunitari dei quali 8 indagati – spiega la Questura in una nota – perché sprovvisti di permesso di soggiorno e pertanto irregolari sul territorio nazionale ed accompagnati all’Ufficio Immigrazione per l’esplusione”. Dopo i controlli inoltre sono stati iscritti nel registro degli indagati tre persone, un italiano, un rumeno e un ecuadoregno accusati di “favoreggiamento all’immigrazione clandestina in quanto sorpresi ad accompagnare a bordo dei loro automezzi immigrati irregolari all’interno del nuovo polo fieristico”.

Sono state riscontrate anche irregolarità “per le posizioni di 14 operai di varie aziende in merito alle quali sono state avviate le procedure per le conseguenti sanzioni” e “sono stati ritirati 12 pass d’ingresso” che erano utilizzati da persone diverse dagli intestatari. La Questura infine ha comunicato che sono in corso “accertamenti di carattere penale per la violazione della ‘legge Biagi’ nei confronti di due aziende di cui una avente sede legale in Turchia a carico delle quali è stato emesso un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale”.

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