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Liste antisemite, la procura di Roma indaga per istigazione all’odio razziale

L'elenco di 163 professori ebrei di 26 atenei italiani era stato pubblicato sul sito Holywar. Il procedimento è stato affidato al pm Luca Tescaroli. Il ministro Riccardi: "Dobbiamo essere vigili"
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Screenshot del sito Holywar

La procura di Roma ha aperto un’inchiesta sulle liste di proscrizione pubblicate sul sito antisemita Holywar, dove erano stati riportati i nomi di 163 professori ebrei di 26 atenei italiani.

Il procedimento è affidato al pm Luca Tescaroli che ha ipotizzato il reato di istigazione all’odio razziale dopo un’informativa della Digos.

L’elenco comprendeva alcuni storici, filosofi, letterati e giuristi definiti ‘devoti’ in quanto ‘molto pericolosi’ e collaboratori dell’intelligence israeliana. C’è poi una lista di presunti ‘complici’ di Israele, vale a dire direttori di giornali, editorialisti, semiologi, scrittori, deputati ed esponenti della comunità ebraica. Il pm Tescaroli, che ha affidato gli accertamenti alla polizia postale, è già titolare di un fascicolo aperto all’indomani della pubblicazione di un’altra black-list apparsa mesi fa sul sito ‘Stormfront’.

A Firenze sono stati rafforzati i controlli e la vigilanza davanti alla Sinagoga, alla comunità ebraica e intorno alle abitazioni dei 5 professori e della parlamentare fiorentina comparsi nella lista e il questore Francesco Zonno ha disposto una sorveglianza intensificata sugli obiettivi potenzialmente sensibili.

Sul caso è intervenuto anche il ministro per la Cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi.”Il rischio di antisemitismo c’è sempre: noi dobbiamo essere prudenti”, ha dichiarato. “Non dico che gli italiani siano antisemiti – ha aggiunto -, ma noi dobbiamo essere molto vigili, perchè sono follie che incendiano”. Più in generale, sul tema del razzismo, ha osservato Riccardi, “noi dobbiamo reagire a tutte le tensioni e lavorare positivamente per l’integrazione. Questo è il punto decisivo. E soprattutto bandire la predicazione dell’odio e del disprezzo dal nostro linguaggio”.

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