A cinque giorni dalla fine del festival di Sanremo e in attesa dell’intervento di stasera a Servizio Pubblico, continuano le polemiche per quanto detto da Adriano Celentano sul palco dell’Ariston. Oggi, infatti, il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, ha attivato il Comitato codice etico in relazione alla performance di martedì 14, serata inaugurale del Festival di Sanremo, quando il Molleggiato attaccò i giornali cattolici (Avvenire e Famiglia Cristiana, ndr) scatenando un vespaio di reazioni. L’intento del direttore generale di viale Mazzini è quello di verificare se vi siano state violazioni da parte dell’artista rispetto a quanto stabilito nel contratto che lo legava per l’occasione alla Rai. Dell’argomento se ne sta parlando in Cda.

L’ipotesi che il direttore generale attivasse questa procedura era nell’aria, specie per gli attacchi di Celentano alla stampa cattolica e al critico televisivo del Corriere della Sera Aldo Grasso, al quale era stato dato del ‘deficiente’. Non è stato un caso, del resto, che prima dell’ultima serata della kermesse (e della seconda ospitata di Celentano), Lorenza Lei aveva auspicato che prevalessero “il buon senso e la correttezza” e che non fosse quindi necessario, al termine del Festival, “procedere ad iniziative conseguenti a violazioni contrattuali”. Il direttore generale, inoltre, sottolineava che l’edizione del Festival 2012 “è stata chiaramente costruita anche sulla presenza di Celentano”. Una precisazione che è servita a sottolineare come le ospitate del Molleggiato erano frutto di una “scelta maturata” sulla base “di una convinta richiesta della direzione artistica e della rete (Raiuno, ndr) con assunzione dei rischi legati alla imprevedibilità dell’artista al quale l’azienda ha accordato fiducia come accade per tutti quelli che vanno in diretta, confidando nel rispetto dei patti negoziali che invece purtroppo non sempre sono onorati”. Un messaggio, quindi, diretto anche al direttore di Raiuno Mauro Mazza, che rispediva al mittente le accuse su sue presunte responsabilità sulla vicenda.

Nella stessa dichiarazione di Lorenza Lei, del resto, si aggiungeva che i contratti sono il prodotto di percorsi negoziali “complessi e diversi tra loro, ma tali da garantire agli artisti di potersi esprimere liberamente, cosa che rivendico anche come prerogativa del servizio pubblico”. Ma al tempo stesso il dg della Rai ribadiva la legittimità nel rivendicare “la libertà di dissentire e di prendere le distanze da affermazioni frutto di personali e opininabilissime valutazioni. In ogni caso gli stessi contratti che tutelano le libertà degli artisti – aveva detto Lorenza Lei – garantiscono all’azienda tutti gli strumenti di tutela necessari”, uno dei quali è appunto il Comitato Codice Etico, composto da cinque persone e chiamato a valutare se ci siano state violazioni contrattuali e, nel caso, attivare le procedure risarcitorie.

Nella stessa nota, infine, il direttore generale di viale Mazzini ricordava l’esigenza che per la Rai gli ascolti sono importanti, “ma non possono rappresentare, né in effetti rappresentano, l’unico elemento di valutazione. Occorre coniugare ascolti e qualità”. Come dire che gli eccezionali risultati di share ottenuti anche in occasione della presenza di Celentano sono sì i benvenuti, ma non a costo di pagare in qualità complessiva. E le polemiche che erano seguite a quegli attacchi, in particolare ai giornali cattolici, hanno finito con il rappresentare la linea di demarcazione.

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