La notizia non farà certo piacere a Microsoft: la Commissione Europea potrebbe riconsiderare il nulla osta all’acquisizione di Skype, avvenuta nel maggio 2011 per la cifra record di 8,5 miliardi di dollari. A promuovere l’appello contro l’autorizzazione è stato il colosso dell’IT Cisco Systems, cui si è aggiunta l’italiana Messagenet. La prospettiva di un nuovo confronto con la Commissione Ue non suscita certamente ricordi piacevoli dalle parti di Redmond, visto che proprio l’allora Presidente della Commissione Antitrust Europea Mario Monti condannò Microsoft al pagamento di una multa di 497,2 milioni di euro per abuso di posizione dominante. Erano i primi anni 2000 e nel mirino c’era, tra le altre cose, l’integrazione in Windows 2000 del lettore multimediale Windows Media Player. Questa volta il ricorso di Cisco e Messagenet focalizza l’attenzione sull’acquisizione di Skype e sul rischio di un ostacolo alla concorrenza nel settore VoIP e delle videochiamate su computer.

L’obiettivo del ricorso, come confermato a ilfattoquotidiano.it dall’amministratore delegato di Messagenet Andrea Galli, non è quello di ottenere una sanzione o negare la legittimità dell’acquisizione di Skype, ma di obbligare Microsoft a garantire l’interoperabilità tra Skype e i sistemi di videochiamata utilizzati dai concorrenti. Una richiesta che Messagenet aveva inviato a Skype già lo scorso maggio, ma che non ha ricevuto risposta. Attualmente la situazione è terribilmente frammentata: ogni servizio utilizza protocolli diversi e le barriere tra i diversi sistemi blocca la diffusione dei servizi, più o meno come se ogni operatore telefonico permettesse di effettuare telefonate solo tra i suoi clienti.

L’unico protocollo “aperto” che offra funzioni simili a quelle di Skype è SIP, ma i software che lo utilizzano hanno una diffusione ridotta e ben lontana dal garantire un effettivo standard di comunicazione uguale per tutti. Stando così le cose, la rete gestita da Microsoft attraverso Skype (più di 700 milioni di utenti registrati) rischia di trasformarsi in un monopolio di fatto. Senza contare che la stessa Microsoft sembra avere in programma l’integrazione di Skype all’intero di Lynk, la piattaforma di comunicazione dedicata al mondo business. Una prospettiva che deve aver fatto saltare sulla sedia i dirigenti di Cisco portandoli a denunciare alla Commissione Europea il rischio di una “posizione dominante” che impedirebbe lo sviluppo di una reale concorrenza nel settore.

Sotto un profilo tecnico le cose, però, non sono affatto semplici. Uno dei motivi del successo di Skype è l’efficienza del suo protocollo di comunicazione, che sfrutta un eccellente sistema peer to peer derivato da Kazaa, un celebre (e oggi defunto) circuito di scambio per musica e film su Internet. C’è da scommettere che la battaglia si combatterà proprio sul delicato piano di quanto delle tecnologie Skype Microsoft sarebbe costretta a rivelare per garantire l’interoperabilità con altri sistemi.

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