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Leggere i giornali (anche online) a scuola

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Stamattina nelle ore di educazione tecnologica ho insegnato ai miei ragazzi a leggere i giornali in internet. Mi sono accorto che pochi di loro, nonostante siano iper tecnologici e ipadizzati, sapevano trovare informazioni attraverso la rete. Sanno scaricare la musica, i video da YouTube, magari qualcuno sa persino installare antivirus o usare iTunes ma nessuno ha insegnato loro a leggere i giornali cliccando sulla tastiera www.ilfattoquotidiano.it o il sito di qualche altro giornale. Sono rimasti a bocca aperta quando hanno scoperto che potevano persino vedere la Tv in diretta.

Purtroppo in Italia si leggono ancora troppo poco i quotidiani. Ma dobbiamo dircelo con franchezza: quanti sono i colleghi che vediamo entrare in classe, al mattino, con in mano il quotidiano? Quanti sono gli insegnanti che usano internet per leggere il quotidiano online?

I nostri ragazzi, secondo un’indagine dell’Osservatorio permanente dei giovani editori, promotore dell’iniziativa il “Quotidiano in classe” usano internet e i social network: per il 73% degli intervistati in questa indagine la visita ai social network è una condotta abituale ma tra le cinque attività più gettonate in internet non c’è la lettura del quotidiano. Semmai il 57% ascolta la radio online.

Da tempo affermo che rischiamo di formare una nuova generazione di analfabeti informatici.

Una svolta sembra, tuttavia, volerla dare questo Governo: nei giorni scorsi infatti il ministro della Comunicazione e il ministro dell’Istruzione hanno firmato un contratto di finanziamento per il progetto “Internet nella tua scuola. Connessione ad internet delle unità scolastiche delle zone rurali e urbane”. Obiettivo generale del progetto è quello di agevolare l’accesso delle istituzioni scolastiche alla rete internet nelle zone rurali e in quelle urbane arretrate da un punto di vista informatico. Finalmente 2.446 scuole saranno connesse alla rete Internet a banda larga. La finalità è di far crescere il numero di utilizzatori di internet per un totale di circa 650.000 studenti e 48.000 docenti delle aree coinvolte.

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