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Il miracolo dei partiti che rubano anche da morti

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La rivelazione che la Margherita arraffasse soldi anche dopo morta (con quante mani ancora non si sa) è stata considerata dai più una conferma dell’ultra vita dei partiti. Per i più cinici un dettaglio vagamente horror a metà strada tra Frankenstein e i Morti viventi. Per i più deboli di cuore una conferma del carattere mistico dei partiti ai quali è concesso un brandello di eternità, grazie a una speciale intercessione delle onnipotenti divinità bancarie.

In verità sorprende la sorpresa. Come se ci si stupisse dei tempi di digestione di un erbivoro, dell’andamento ciclico delle maree, dei rossori cutanei di Tremonti, quando parla dei banditi che governano l’economia (nel mondo) spalleggiati da altri banditi che fanno i ministri dell’Economia (nel mondo). Accumulare, occultare, spendere con qualsiasi mezzo, dal bonifico, al conto estero, passando per valigette, buste, compravendite immobiliari, appalti e naturalmente mignotte da dopocena, fa parte di quel patrimonio geneticamente modificato che sovrintende la vita di tutti i nostri partiti da una trentina d’anni almeno. Così connaturato da persistere ben oltre la sepoltura, come un tempo la gloria dei faraoni e poi dei craxiani.

Il Fatto Quotidiano, 11 febbraio 2012

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