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Grilli: “Senza i sacrifici chiesti agli italiani
Il futuro del Paese sarebbe stato la Grecia”

Il viceministro dell'Economia difende la manovra di Natale e rilancia l'azione dell'esecutivo che andrà valutata “al di là di questo primo intervento d'emergenza”. Poi i prossimi passi: Oltre alla riforma del mercato del lavoro in agenda ci sono “infrastrutture, Sud, reti, internazionalizzazione, liberalizzazioni”
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“Senza i sacrifici che abbiamo chiesto agli italiani, il futuro sarebbe stato la Grecia”. Ne è convinto il viceministro all’Economia Vittorio Grilli che in un’intervista al Sole 24 Ore difende la manovra di Natale e annuncia i passi successivi del governo Monti.

L’ex direttore generale del Tesoro sottolinea che l’azione dell’esecutivo “andrà giudicata al di là di questo primo intervento d’emergenza” nel quale – riconosce – sono stati chiesti agli italiani sacrifici importanti: “Un vero e proprio cambio nelle abitudini di vita”. Ma il viceministro fa quadrato, perché senza questa Finanziaria il futuro del Paese sarebbe stato segnato: “L’Italia sarebbe arrivata alla situazione di Atene. E allora i cambiamenti per gli italiani sarebbero davvero stati devastanti”.

Le tre parole d’ordine con cui Mario Monti aveva presentato la sua manovra correttiva all’opinione pubblica erano “rigore, sviluppo ed equità”. Non sfugge ai cronisti del quotidiano di Confindustria che l’unica cosa “dolorosamente” sotto gli occhi di tutti sia unicamente la prima voce. Ma Grilli fa quadrato: “Siamo stati attenti all’equità. Gli interventi pesano soprattutto sui patrimoni più grandi e gli evasori”. Per quanto riguarda i tagli alla spesa, l’inquilino di via XX Settembre allarga le braccia: da una parte la fretta imposta da mercati e Bce, dall’altra il fatto che “non ci sono più tesori e tesoretti da andare a colpire con facilità. Serve un’analisi approfondita dei bilanci dei ministeri e degli enti locali per poi procedere con tagli e riforme molto mirati”.

La riforma della previdenza fatta dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero è stata, per Grilli “un lavoro difficilissimo. Le pensioni di anzianità, in particolare, erano l’emblema di un trattamento troppo favorevole per la nostra economia” e intervenire sulla leva fiscale “era una necessità”.

Sull’evasione fiscale, vera piaghe dell’economia nazionale, il governo è stato accusato di aver fatto troppo poco, ma il viceministro difende Palazzo Chigi e sostiene che, per la prima volta si proverà a inseguire capitali, attività finanziarie e beni immobili anche all’estero. E fa niente se Berlusconi ha accusato il governo di aver introdotto uno stato di polizia tributaria. “Chi non evade, non ha nulla da temere”, taglia corto Grilli.

Il prossimo passo sarà quello di mettere a punto “un pacchetto di interventi” su “infrastrutture, Sud, reti, internazionalizzazione, liberalizzazioni”. E proprio su questo ultimo punto, Grilli ammette che “in un Paese come l’Italia, con le sue forti corporazioni, sulle liberalizzazioni puoi e devi intervenire solo con misure generalizzate, che aprano le attività economiche a 360 gradi”.

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