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Soldi alle imprese senza bando di gara?
In Regione Veneto si può. In ballo 120 milioni

Le piccole e medie aziende che vogliono sviluppare progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale vanno aiutate con i soldi dei contribuenti senza gare né graduatorie. Ecco la proposta dell'assessore regionale all'Economia Maria Luisa Coppola (Pdl) che, interrogata sui metodi di valutazione, non rilascia dichiarazioni al Fatto.it
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L'assessore all'Economia della Regione Veneto Maria Luisa Coppola

Un provvedimento di “ingegneria finanzia” (sic): così viene presentata la delibera regionale proposta dall’assessore all’Economia della Regione Veneto Maria Luisa Coppola (Pdl) che prevede di dare soldi alle imprese senza la pubblicazione di un bando. Modalità alquanto strana per elargire dei finanziamenti pubblici: di solito per finanziare progetti intrapresi da aziende private, la Regione pubblica un bando e valuta le proposte ricevute sulla base di parametri tecnici. In questo caso invece la Regione ha deciso che le piccole e medie aziende che vogliono sviluppare progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale vanno aiutate con i soldi dei contribuenti, senza mezzi termini. Quali saranno i metodi di valutazione? Al fattoquotidiano.it l’assessore non ha voluto spiegarlo. Così, l’unico riferimento che spieghi il motivo di questa scelta sta scritto nel comunicato stampa della Regione quando si dice “che i bandi a scadenza non sempre coincidono con la necessità del finanziamento”.

Perciò né bandi né graduatorie, ma soldi sempre disponibili allo sportello: si tratta di circa 120 milioni di euro tra fondi regionali e a rotazione che verranno concessi in base alla data di presentazione della richiesta. In particolare 110 milioni rappresentano il fondo di rotazione messo a disposizione della Veneto Sviluppo Spa, la società finanziaria partecipata al 51% dalla Regione e al 49% da undici gruppi bancari diversi.

Il rischio ovviamente è che venga valutato un progetto non per la sua utilità o per la sua capacità di creare occupazione reale ma che venga premiato il primo progetto consegnato in tutta fretta nella mani del funzionario pubblico di turno. Quelli che riceveranno il lascia-passare dalla Commissione valutante si aggiudicheranno da 100mila a 500mila euro con il 25% della cifra a fondo perduto e il 50% di tasso agevolato oltre al fatto, non secondario, che la stessa azienda può presentare più di un progetto fino a un massimo di 1,5 milioni di euro. La durata massima dei progetti è di 15 mesi.

E non è ancora finita: la delibera in questione prevede un 5% di fondo in più nel caso in cui questi progetti prevedano l’assunzione di un dottore di ricerca con un contratto valido per almeno un anno. Probabilmente è la prima volta che si chiede ai contribuenti di pagare quei progetti che assumono precari. In ogni caso, per capire come verranno distribuiti i fondi basta stare a vedere quali progetti futuri verranno giudicati meritevoli.

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