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Il coraggio di dire no

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Tantissimi anni fa, nel variegato mondo della “destra radicale e antagonista” italiana avevano grande successo le belle canzoni di Leo Valeriano, indimenticabile personaggio dell’underground romano degli anni ’60/’70.

Una delle sue più belle canzoni era senz’altro Il coraggio di dire di no, inno all’uomo che sa anteporre nelle scelte ciò che è giusto a ciò che è utile per se stesso.

La rivoluzione italiana, la fine politica di Berlusconi e l’apertura di una nuova pagina per la Nazione, densa di incognite ma tutta da scrivere, nasce inanzitutto dal “coraggio di dire di no” di Gianfranco Fini e di chi lo ha seguito nella sua rottura irreparabile con Berlusconi e ciò che ha rappresentato e nella lunga marcia nel deserto, intrapresa a Bastia Umbra.

Dopo più di un anno di battaglie parlamentari e politiche, quei semi hanno determinato il primo raccolto e un fondamentale e importante traguardo: liberare l’Italia da un potere arrogante, corrotto e privo di progetto per il bene comune.

Per una volta a prevalere non è stato il più spregiudicato e potente, ma chi ci ha creduto e si è rimesso radicalmente in gioco, gettando sul tavolo in un sol colpo la posta più alta e la propria stessa possibilità di sopravvivenza politica.

Ora si apre una nuova fase e noi voltiamo pagina, senza accanimenti o volontà di vendetta. Il percorso è lungo e ancora complesso e adesso bisogna sfoderare idee, volontà, progetti e, sopratutto, esempi per costruire una nuova Italia.

Ma se i nostri sforzi saranno indirizzati al domani, ci accompagnerà sempre la memoria dei fatti e dei comportamenti individuali e quindi la certezza che non potrà più accadere di ritrovarsi con alcuni sedicenti uomini di destra che sono stati i più veloci ad accucciarsi ai piedi del vecchio potere, a farsi corrompere e ,la categoria peggiore, a rubarci l’acqua e disertare nel punto più difficile della traversata.

Ragazzi, si volta pagina.

Forza e onore per l’Italia.

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