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Garanzie patrimoniali anche in Egitto e Tunisia!

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Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, è fantastico. Invece di dimettersi entro 24 ore per non essere riuscito a garantire il diritto di manifestare democraticamente a 200 mila persone, dimostrando di avere tra l’altro un servizio d’ordine colabrodo e una intelligence che sbadiglia come il suo capo Umberto Bossi, s’inventa la garanzia patrimoniale che bisogna depositare prima di manifestare. Non è geniale? Se Maroni non fosse Bondi o Gasparri, cioè politici che hanno il senso della battuta divertente, saremmo spinti a pensare che è una furbata per sopprimere la voglia di manifestare liberaramente il dissenso. E saremmo tentati anche di individuare in Berlusconi il suggeritore.

Facciamo un breve ragionamento. Con la crisi economica che si aggrava ogni giorno, chi può garantire una caparra di 2-300 mila euro per manifestare in piazza? Nessuno. E anche se la crisi economica non ci fosse, un’organizzazione che volesse manifestare il dissenso democratico ci penserebbe due volte prima di scendere in piazza. In questa Italia torbida qualcuno potrebbe pagare venti balordi che incendiano auto e rompono ventrine per incolpare gli organizzatori. E sotterrarli economicamente.

Seguendo la logica di Maroni, le manifestazioni in Tunisia, Egitto e Libia non ci sarebbero mai state. Al popolo sarebbero costate miliardi di euro per come è andata. Meglio tenersi i dittatori, i governi fantocci, gli arresti facili, i diritti negati. Il ministro dell’Interno potrebbe suggerire a tunisini ed egiziani di adottare il suo metodo per non ritrovarsi più tra le balle qualche migliaio di contestatori affamati di pane e diritti. E visto che c’è, lo può proporre anche al governo siriano.

Usano l’informazione per capovolgere i fatti. Maroni si è dimostrato un ministro incapace di assicurare l’ordine pubblico. Il suo governo ha tagliato i fondi alla forze di polizia e proprio in questi giorni ha ridotto ulteriormente le risorse a carabinieri e finanzieri. Hanno costretto alcuni agenti a fare la colletta tra i cittadini per acquistare la benzina. Ecco, un ministro del genere, che guida le forze dell’ordine, dovrebbe scusarsi e andare a casa. Dovrebbe seguire l’esempio dell’inglese Paul Stephenson, capo di Scotland Yard, che a luglio ha rassegnato le dimissioni per una vacanza pagata da un tabloid di Murdoch. Ha sbagliato e ha pagato.

In Italia invece tutti rimangono al loro posto. Il ministro. Il capo della Polizia e il questore di Roma. E fanno di più: si inventano una caparra patrimoniale che imbavaglia ogni desiderio di manifestazione. Con questa assurdità politica il Popolo Viola non potrà più riempire le piazze con migliaia di cittadini italiani, il Movimento 5 Stelle non consegnarà più le cozze al Parlamento italiano, i sindacati diranno ai lavoratori di starsene a casa e gli indignati andranno in America per partecipare alla manifestazione globale contro banche e lobby finanziarie.

Quasi quasi emigro in Tunisia. Oppure in Egitto.

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