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Luxuria contestata da gruppo di Forza Nuova
“Non mi lascio intimidire tanto facilmente”

L'ex parlamentare di Rifondazione comunista ieri sera era ospite al Festival "Parolario" a Como per presentare il suo ultimo lavoro, "Eldorado", storia di un omosessuale di Foggia che si trasferisce a Milano
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“Si è trattato di una forma di omofobia da parte di persone che non sono disposte al dialogo e la cui unica ragione di vita è cercare di intimidire”: così Vladimir Luxuria commenta la contestazione messa in scena nei suoi confronti da un gruppo di Forza Nuova. Il tutto è avvenuto durante la presentazione del suo ultimo libro, “Eldorado”, al Festival Parolario a Como. Ieri pomeriggio alcuni esponenti del gruppo di estrema destra hanno fatto irruzione nella sala gridando “Forza Nuova, orgoglio nazionale” e tenendo in mano uno striscione con la scritta “Abbiamo bisogno di più figli, non di pervertiti”.

Una protesta, secondo Luxuria, non solo contro di lei e ciò che rappresenta ma anche contro il suo libro, in cui il protagonista è un omosessuale nato a Foggia che poi si trasferisce a Milano. Ma il testo non è solo velatamente autobiografico contiene riferimenti universali “come quello agli omosessuali che furono internati nei campi di concentramento nazista: capisco quindi che un tema del genere può dare fastidio ad alcuni nostalgici, ma io di certo non mi faccio intimidire tanto facilmente”.

Quanto al contenuto dello striscione, Luxuria ironizza: “ Non capisco, forse pensavano di andare a un convegno secessionista”. L’ex deputato, comunque, non appare minimamente scalfita dall’accaduto: “Certo qualche disagio me lo hanno creato, nel senso che sono dovuta uscire da una porta laterale, ma per fortuna c’era la Digos che li ha subito mandati via. E per fortuna c’è un Italia migliore”. Del resto, ha concluso, “ci tenevo molto a partecipare al Festival Parolario, dove ero stata invitata anche lo scorso anno ma non ero potuta andare. Si tiene in un posto bellissimo ed è una manifestazione in cui si da spazio anche ad idee diverse, com’è giusto che avvenga”.

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