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Colpire le rendite parassitarie

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A differenza di altre crisi finanziarie, quella che stiamo vivendo agisce in un contesto 2.0, caratterizzato cioè non solo dai network informativi ed operativi dei trader (Bloomberg, Reuters, ecc…), ma anche da quelli più a buon mercato dei comuni cittadini (blog, twitter, facebook, ecc...).

La storia economica ci insegna che gli andamenti sono ciclici anche se è sempre difficile percepire per tempo quando se ne sia concluso uno. Di certo, la velocità con cui le informazioni corrono, accelera i processi e ciascuno di noi, attraverso questi mezzi, diviene attore e non solo spettatore di quanto accade attorno, con il proprio contributo di idee che mette in circolo in rete.

Quella che espongo ora nasce dalle paventate misure di inasprimento fiscale delle rendite finanziarie che, per associazione di idee, mi porta a chiedere perché mai, in simili gravi frangenti, non siano invece rivolte a colpire innanzitutto le rendite parassitarie, molto più inique e diseducative delle prime.

Si è soliti valutare l’efficienza della spesa pubblica in termini di costi-benefici. Costare alla collettività più dei benefici che si apportino alla stessa con il proprio lavoro significa vivere in modo parassitario a carico della stessa.

Se si percepisce in questo modo uno stipendio e poi una pensione, si dà luogo ad un’autentica rendita parassitaria: possiamo ancora permettercelo per esigenze clientelari che, in più, corrompono la qualità del consenso democratico? Direi di no.

In questo giudizio sono sicuramente influenzato dagli abusi nel pubblico impiego e in tutte le sue più fantasiose declinazioni, perpetrati nell’amministrazione comunale della mia città (Palermo) o, più in generale, della Sicilia dove troppi svolgono mansioni palesemente inutili oppure inesistenti, ma non credo proprio che il tema sia ristretto alla mia sola latitudine.

Riterrei più serio ed onesto servirsi delle risorse effettivamente necessarie sotto il profilo quantitativo e qualitativo e semmai destinare all’eccedenza, una volta licenziata, un più onesto sussidio di disoccupazione. Cosa ne pensate?

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