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Il ministro tramonti

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Freud lo definerebbe un temperamento anale. Parsimonioso, monacale, attento alla pulizia, tendente all’accumulo di denari. E ancora, cultore del dulcis in fundo, con un’inclinazione sado maso. Ed è un dulcis in fundo quello che ci sta regalando il ministro più allodola della seconda repubblica. Berlusconiano, leghista, no global, solo per citare alcune dei travestimenti che ha indossato. In realtà ha ragione chi lo definisce un sempiterno socialista craxiano. Socializzare le perdite e privatizzare le rendite.

Il ministro è ormai un morto cha cammina e non solo per quello che scopriremo a breve dall’inchiesta su Milanese. Il de profundis politico glielo dà oggi sul Corriere l’ex ministro Martino: “quando il genio di Sondrio aprì il suo studio di tributarista, solo nel primo anno fece erodere ai suoi clienti, in modo legale, base imponibile per 600 miliardi di lire. Tradotto in parcelle, tre miliardi”. Uno così dovrebbe fare una manovra equa, dalla parte dello stato, attenta ai pensionati e al ceto medio impoverito? Oppure dovrebbe essere uno che fa qualcosa di liberale? E sì perché questa classe politica (Sacconi, Brunetta, Tremonti su tutti) della seconda repubblica è diventata liberale solo dopo aver mangiato da socialista.

I lacci e lacciuoli volevano toglierli sì, ma solo a panza cresciuta. Il conflitto di interesse Tremonti l’ha rappresentato benissimo. In questo, come il berlusconismo, ha rappresentato anche buona parte degli italiani. Una parte di paese che però sta morendo, se non per motivi etici, che da soli non fanno mai le rivoluzioni, quanto meno per cause economiche. Il sistema non conviene più a nessuno, ormai neanche ai concussi, la seconda fascia di quelli che ne approfittavano.

L’organismo sta schiantando. Purtroppo però bisogna anche sperare che l’agonia non sia troppo breve, perché i parenti onesti possano dare un senso a questo decesso e  seppellirlo bene prenotandosi una luminosa resurrezione. Senza notti dei Tremorti viventi.

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