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L’ex pm del caso D’Addario: “Fui ostacolato nelle indagini su Tarantini e Berlusconi”

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Una lunga serie di accuse contro il procuratore di Bari, Antonio Laudati. E’ questo il contenuto della lettera inviata sabato al Csm dall’ex pm barese, Giuseppe Scelsi, oggi alla Procura generale. Il magistrato, responsabile nel 2009 delle indagini su Giampaolo Tarantini e sul giro di escort che ruotavano attorno al premier Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli, accusa il suo ex capo di essersi tenuto, impropriamente, il rapporto della polizia giudiziaria che, su mandato di Scelsi, aveva indagato sul giro di ragazze.

Quel rapporto lo aveva chiesto Scelsi poco prima del trasferimento in procura generale ma, sostiene l’ex pm, la polizia giudiziaria lo ha invece consegnato a Laudati, perché così avrebbe ordinato il procuratore. L’esposto sarà esaminato dala Prima commissione del Csm, quella che può proporre il trasferimento d’ufficio per un magistrato se ravvisa una incompatibilità ambientale. La stessa Commissione ha già aperto “un’indagine conoscitiva” sempre su Laudati per accertare se è vero, come si legge in un rapporto anonimo, che il procuratore si sia servito impropriamente della polizia giudiziaria per controllare alcuni pm del suo ufficio.

Nella lettera, poi, anche accuse anche al ministero della Giustizia. A Via Arenula, infatti, sarebbe stata imposta l’accelerazione del suo trasferimento alla procura generale. A questo Scelsi aggiunge il racconto di un incontro avvenuto nel 2009, in pieno scandalo escort. Il magistrato scrive di essere stato convocato dallo stesso Laudati per una relazione sullo stato delle indagini. Un incontro cui partecipò però anche il generale della Guardia di Finanza Vito Bardi. Se non che oggi Bardi è tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta napoletana sulla cosiddetta P4 per rivelazione del segreto d’ufficio.

Dura la replica che il procuratore Laudati. “Ho sempre ritenuto – dice – che il pubblico ministero debba garantire lo scrupoloso rispetto della Legge, indipendentemente dalla persona fisica che agisce nel caso concreto e, in presenza di prove evidenti di responsabilità penale, debba perseguire chiunque abbia commesso un reato, evitando, però, qualsiasi forma di strumentalizzazione e garantendo la segretezza delle indagini”. Laudati afferma di essere “costretto a dover fare delle precisazioni in merito ad alcuni attacchi strumentali alla mia persona che vengono anticipati a mezzo stampa”. Delle “accuse” di Scelsi, che il procuratore afferma di ritenere “totalmente infondate”, il procuratore si dice pronto a “rispondere in tutte le sedi competenti con la certezza di chi sa di aver compiuto fino in fondo il proprio dovere”.

Il procuratore aggiunge che l’ex pm “ha lasciato la Procura di Bari a seguito di una sua espressa domanda di trasferimento” e che “le procedure del suddetto trasferimento (tempi e modalità) non dipendono in nessun modo dalla volontà del Procuratore della Repubblica”. Un passaggio anche sull’incontro con Bardi: “I rapporti con la Guardia di Finanza sono sempre stati improntati all’insegna della totale correttezza e trasparenza; l’incontro al quale il dott.Scelsi fa riferimento (quello avvenuto prima dell’insediamento di Laudati nel suo posto di procuratore a Bari, ndr) non fa eccezione”.

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