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Calcioscommesse, i nuovi interrogatori
inguaiano l’Atalanta di Cristiano Doni

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Cristiano Doni

L’ultima scommessa, l’inchiesta della procura di Cremona sul calcioscommesse, allarga lo scandalo nel calcio. E così dopo i 16 arresti di mercoledì e l’arresto (ai domiciliari) del bomber Beppe Signori, la situazione si fa drammatica per l’Atalanta neo-promossa in serie A.  L’aggravarsi della situazione della società orobica potrebbe essere derivata dalle dichiarazioni odierne di Gianfranco Parlato e Giorgio Buffone, quest’ultimo direttore sportivo del Ravanna Calcio. Parlato è accusato, tra le altre cose, di avere dato “disposizioni al calciatore Gervasoni” perché intrattenesse rapporti con Cristiano Doni, capitano dell’Atalanta, con riferimento all’incontro Atalanta-Piacenza dell’11 marzo 2011. Buffone, invece, sempre stando al capo di imputazione, “manteneva contatti con Nicola Santoni, perché contattasse Cristiano Doni, capitano dell’Atalanta, ai fini della manipolazione della partita Ascoli-Atalanta”. Entrambi hanno risposto oggi alle domande del gip durante l’interrogatorio di garanzia, dopo l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare.

L’indagine, coordinata dalla squadra Mobile di Cremona, nasce in seguito a un esposto-querela che denunciava il presunto avvelenamento di alcuni giocatori della Cremonese. Ai calciatori, infatti, furono somministrate dosi di calmanti per pilotare il match contro la Paganese. Responsabile del gesto, secondo i pm, l’allora portiere Marco Paoloni (arrestato). Da lì, intercettazione dopo intercettazione (in totale sono 80mila) gli investigatori hanno messo a fuoco un’organizzazione criminale che grazie alla corruzione di giocatori era in grado di effettuare scommesse quasi certe incassando centinaia di migliaia di euro

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