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C’è del marcio nella Pa (anche a sinistra)

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La gestione criminale continuativa, compatta e protratta dell’ateneo senese è possibile nella generalizzata collusione ed omertà e nella più oscena, sistematica negazione della delittuosa natura del disastro accademico locale: mai una parola di ammissione della realtà da parte dei quattro ultimi rettori protesi a disprezzare i rari soggetti non disposti a simili pantomime!

Siena rappresenta un poco fulgido esempio della trasversalità dei comportamenti criminosi nella pubblica amministrazione, che prosperano anche laddove il berlusconismo apparentemente non impera: la Puglia di Vendola-Tedesco-Frisullo lo attesta in un trionfo di bieco squallore e turpe spreco.

“Poi invece leggi i verbali del politico dalemian-pugliese Sandro Frisullo e ti torna lo ‘spleen’. L’intraprendente Giampi Tarantini si racconta ai magistrati costretto a rivestire il vice-presidente della giunta regionale come un orfanello: due cappotti “Burberry” (il secondo dopo il furto del primo), un cappello sempre ‘Burberry’, due abiti, un paio di scarpe Church’s di camoscio marrone, camicie, due cravatte, un cappotto di cachemire grigio. Frisullo si difende in modo buffo. Dice che lui aveva scelto il cappotto, e al momento di pagare Giampi ha detto “faccio io”. E lui, con dignità, ha deciso di prendere anche il cappello coordinato. Ed è su questo dettaglio che uno si interroga sui destini della sinistra e del Paese” (Giorgio Meletti sul Fatto di ieri).

Atenei, Ospedali, Regioni sono in mano a soggetti i cui profili umani prima che istituzionali risultano indegni di rispetto, saluto e sorriso, atti non attribuibili a chi non dovrebbe far parte di un civile consesso, dove invece viene “eletto”, plaudito e privilegiato, tra furti e furberie…

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