Il mondo FQ

Brambilla, il Ministero sono io

Icona dei commenti Commenti

L'ingresso del Ministero per il Turismo con l'insegna "Ministro per il Turismo"La costituzione del Ministero del Turismo rappresenta per me e per tutti i nostri associati un risultato davvero storico, che corona con successo una battaglia che ho condotto con decisione da oltre dieci anni”. E’ il commento di Bernabò Bocca, vicepresidente di Confcommercio e Presidente di Federalberghi e di Confturismo alla notizia del varo da parte del Consiglio dei ministri del dicastero del Turismo, istituito l’8 maggio 2009.

I genuflessi del “governo del fare” non avevano risparmiato i soliti peana quando il governo aveva deciso di costituire il nuovo ministero e affidarlo a una delle più straordinarie personalità del nostro paese, Michela Vittoria Brambilla. Passando per via della Ferratella del Laterano, strada che costeggia la cinta delle mura Aureliane alle spalle di San Giovanni in Laterano, avevo scorto qualche giorno fa sopra l’ingresso di uno degli edifici che ospitano le funzioni dello Stato una scritta di grandi proporzioni, nuova di zecca che afferma: Ministro del Turismo. Proprio così, ministro. Mica ministero. Ho scattato una foto perché nessuno avrebbe creduto una cosa simile. Eccola. Sotto le bandiere italiana ed dell’Unione europea potete vedere l’incredibile scritta.

Ecco il senso dello Stato dei berlusconiani. Se il povero sindaco di Adro aveva tentato di fare una scappatella stampando il simbolo della Lega in ogni luogo della scuola elementare, oggi è un ministro che si sostituisce all’istituzione. Potevano scrivere dipartimento se non era ancora costituito il Ministero. Niente affatto: le istituzioni vanno cancellate. Chissà quale effetto farà ad un omologo esponente dei più fortunati paesi d’Europa abituati ad aver chiara la distinzione tra istituzioni e ministri transeunti, ricevere la convocazione di una riunione che si svolgerà presso “la sede del Ministro del Turismo”. Il sistema Italia ci fa senza dubbio una gran bella figura.

So bene che questo disgustoso episodio sembrerà poca cosa rispetto alla demolizione delle fondamenta dello Stato in atto da tre anni. Vendita delle proprietà pubbliche; distruzione della scuola pubblica; smantellamento e privatizzazione di interi comparti della sanità; affidamento ai privati per venti anni della proprietà demaniali, sono infatti questioni ben più gravi della scritta di via della Ferratella. E’ però indispensabile tenere l’attenzione accesa anche verso questi fatti apparentemente marginali perché dimostrano una volta di più la crisi istituzionale che soffoca il nostro paese. Se non c’è più lo Stato c’è posto per amici, clienti, consulenti e quant’altro. E qualcosa in questi anni è venuto a galla, a partire dalla cricca della Protezione civile o dalle assunzioni facili di qualche ministro.

Sarebbe infine bello se i nostri ministri, così esigenti con il mondo dell’immigrazione nel richiedere la conoscenza della lingua e della nostra cultura, siano essi stessi sottoposti a tali esami. Quella che riportiamo, compreso l’improbabile italiano della conclusione, è una dichiarazione del ministro Brambilla rilasciata l’11 maggio 2009: “Mi sembra tanto ovvio quanto superfluo evidenziare che è solo il governo Berlusconi a decidere se, come e quando destinare risorse al settore del turismo italiano piuttosto che ad altri comparti, secondo quelle che sono le nostre priorità e l’agenda dei nostri interventi a sostegno dell’economia e dello sviluppo. E non certo seguendo le astratte politiche di coloro che ci hanno preceduto, peraltro incapaci, nei fatti, di dare concrete risposte al settore e di riformarlo“. Ci vuole l’esame d’italiano e di Costituzione, ma per i ministri.

Hanno mutuato dai regimi autocratici dei secoli scorsi il motto “lo Stato sono io”. In quei secoli bui, imperatori e tiranni erano almeno alfabetizzati. Oggi si confonde Bad Godesberg con Goteborg e si hanno difficoltà con la sintassi. E allora, invece di trasferire i ministeri si potrebbero trasferire i ministri. Aria pura a Roma, finalmente.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione