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Quando Red Ronnie difendeva
gli autonomi dei centri sociali

Radio Città del Capo ha messo in rete un documento audio degli anni 70 in cui il collaboratore di Letizia Moratti difendeva i manifestanti e attaccava le forze dell'ordine
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“Non rispondete alle provocazioni dei soliti fascisti stronzi”. E’ l’appello accorato di Red Ronnie, al secolo Gabriele Ansaloni, strettissimo collaboratore di Letizia Moratti sul fronte della comunicazione elettorale. L’affermazione sembra avere qualche nesso con la cronaca di questi giorni tesi, in vista del ballottaggio per la scelta del sindaco di Milano, ma in realtà risale agli anni Settanta, quando il futuro dj televisivo commentava una manifestazione di piazza in centro a Bologna. I microfoni erano quelli di Radio Alice, l’emittente creata nel 1975 da ex componenti di Potere operaio, uno dei più famosi gruppi della sinistra extraparlamentare di quegli anni.

Nel descrivere una giornata di scontri tra polizia e manifestanti, Red Ronnie parteggia apertamente per questi ultimi: “La cosa interessantissima è che la gente sta cambiando opinione”, annuncia entusiasta mentre duetta ai microfoni con Bonvi, il fumettista autore di Sturmtruppen. “Mentre ieri il popolo diceva basta con questi estremisti che sfasciano le vetrine, oggi dice basta con questa polizia che rompe le palle”. E giù elogi ai manifestanti, che “non sono ultrà” quando si muniscono di limoni e fazzoletti contro i lacrimogeni della Celere.

La perla è riproposta sul sito web di Radio Città del Capo, nodo bolognese di Radio Popolare Network. Roba di quarant’anni fa che potrebbe tranquillamente restare negli archivi, se non fosse stata proprio Letizia Moratti, all’ultimo secondo di un confronto televisivo con Giuliano Pisapia su Sky Tg 24, ad accusare l’avversario di essere stato un “estremista” negli anni Settanta.

Un autogol, uno dei tanti che le vengono rimproverati anche dalla sua parte politica. Apparentemente inconsapevole della storia di quegli anni tormentati, la Moratti non ha considerato che allora gli “estremisti” erano tanti, da una parte e dall’altra, e che estremisti vecchi e nuovi allignano nel suo partito e nelle liste che la sostengono.

Fino all’ultima dolorosa scoperta: uno di loro si è intrufolato addirittura nella cerchia dei suoi collaboratori più stretti.

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