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Chi ha paura di Federico Aldrovandi?

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E’ stato morto un ragazzo, l’appassionato ed emozionante film di Fillipo Vendemmiati è dedicato alla allucinante vicenda di  Federico Aldrovandi,  il giovane di Ferrara morto in seguito ad un pestaggio condotto da alcuni poliziotti, già condannati per altro in  primo grado, ha vinto il David di Donatello come miglior documentario dell’anno.

Il  film, prodotto da Marcello Corvino, ricostruisce  con grande rigore tutte le fasi della vicenda umana e processuale di Federico, il calvario della famiglia, il coraggio di alcuni testimoni, l’onestà di alcuni poliziotti, magistrati, periti, medici che hanno fatto sino in fondo il loro dovere riscattando lo stato e determinando la sentenza di colpevolezza, una sentenza salutata positivamente anche da parte delle istituzioni nazionali e locali. Il 6 maggio sarà il presidente Napolitano a consegnare  il riconoscimento agli autori, sarà quasi una medaglia a questo gruppo di “eroi civili” che, nonostante tutto, non si è mai arreso, ha sempre creduto nella vitalità delle istituzioni democratiche e nella funzione dei poteri di controllo.

Eppure questa festa è stata guastata – ma solo in parte – dalla notizia che la signora  Patrizia, la mamma di Federica, una donna di eccezionale coraggio e di indicibile serenità, è stata rinviata a giudizio, insieme a tre giornalisti della Nuova Ferrara perchè avrebbero diffamato il primo giudice che aveva seguito la vicenda e che non era riuscito ad afferrare – usiamo un eufemismo – il bandolo della matassa, anzi, poco ci è mancato che, anche quella volta, finissero sul banco degli imputati i familiari di Federico, gli amici, quelli che non si erano mai rassegnati alle frettolose veline delle prime ore.

La vicenda di Federico, dunque, tornerà in tribunale e sul banco degli imputati ci sarà paradosso nel paradosso, la signora Patrizia e quei giornalisti che hanno tentato di fare il loro mestiere. Per queste ragioni ci sembra giusto ricordare, anche su questo spazio,  la bellissima lettera che la mamma di Federico ha inviato, tra gli altri, anche al sito di Articolo21.

Nulla da aggiungere, salvo che il film che ha vinto il premio Donatello è stato ideato, scritto e girato da due giornalisti che lavorano alla Rai, Filippo Vendemmiati e Marino Cancellari: forse sarebbe il caso che la Rai medesima  rispondesse finalmente alle migliaia di cittadini che hanno chiesto al servizio pubblico di trasmettere, possibilmente in orario decente, la storia di Federico affinchè quello che è successo a lui non accada più ad alcuno.

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