Il mondo FQ

Ventimiglia, la fine dello spazio comune europeo

Icona dei commenti Commenti

La vignetta di Arnald sugli immigrati tratta da Diversamenteoccupati.itNel luglio del 2001 la frontiera di Ventimiglia era chiusa dal lato italiano: in programma c’era il G8 genovese e gli accordi di Schengen (in Italia in vigore dal 26 ottobre 1997) erano stati provvisoriamente sospesi. Di nuovo frontiere, di nuovo controlli. Lo spettacolo del potere in scena a Genova non prevedeva interruzioni. Sappiamo poi com’è andata a finire. E sappiamo anche quanti campi, quanti centri d’identificazione per immigrati sono stati costruiti in questi anni in Europa (qui la mappa completa).

Dieci anni dopo, nel marzo 2011, è il lato francese ad essere chiuso (la Francia è tra i primi firmatari degli accordi Schengen, in vigore dal 26 marzo 1995); non una chiusura totale, bensì selettiva. Obiettivo di questo provvedimento è il respingimento dei migranti tunisini che, una volta sbarcati a Lampedusa, si sono diretti verso la meta reale del loro viaggio: la Francia. Qui infatti risiede la maggioranza dei tunisini all’estero (circa 600mila, ovvero il 6% dell’intera popolazione tunisina). Arrivare in Francia significa dunque ricongiungersi con un parente o con degli amici e – aspetto non secondario – avere la possibilità di parlare una lingua conosciuta.

La rivoluzione dei gelsomini ha dato la possibilità di riprendersi il futuro a migliaia di uomini e donne. Molti hanno deciso di rimanere nel proprio paese per ricostruirlo dopo decenni di dittatura, altri hanno scelto la scommessa del viaggio verso l’Europa mettendo a repentaglio la propria vita (sul blog di Gabriele Del Grande trovate le loro storie), nella convinzione che questa scelta fosse l’unica alternativa alla disoccupazione accresciuta dal crollo del turismo e dalla crisi economica.

Come molto spesso accade, i punti di frontiera e di passaggio ci permettono di riflettere su cosa si trinceri dietro queste linee. Qui parliamo di Europa: un continente che in questo momento è unito solo dalla moneta comune e appare invece diviso su tutto il resto. Il protagonismo dei migranti ci aiuta a pensare un’altra idea d’Europa, intesa come spazio comune: uno spazio in cui le persone siano libere di circolare, uno spazio che si ponga in dialogo con l’altra sponda del Mediterraneo, consapevole che l’uscita dalla crisi e dal declino del vecchio continente può avvenire solo grazie alla contaminazione culturale e alla cooperazione con altri popoli. Abbiamo bisogno di uomini e donne con cui condividere idee e scommettere sul nostro futuro, non di nuovi confini e respingimenti.

Vignetta di Arnald – Per ingrandire clicca qui

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione