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Abbassare i toni? Sì, ma anche le mani

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Il presidente della Repubblica ha giustamente convocato i presidenti dei gruppi parlamentari per invitarli a operare perchè l’aula sia restituita alle sue funzioni originarie e a un decoro perduto. Come dargli torto dopo aver assistito ai penosi spettacoli di questi giorni? Eppure, nonostante la gratitudine, sento il  bisogno di fare qualche precisazione:

Non ho mai tirato i giornali contro i presidenti delle camere, eppure di motivi non ne sarebbero certo mancati.
Non ho mai urlato parolacce e infamie contro chicchessia.
Non ho mai insultato un parlamentare perchè disabile.
Non ho mai scagliato il mio tesserino contro alcun collega, eppure ormai lo fanno anche i ministri..
Non ho mai urlato vaff… contro la presidenza, eppure ormai lo fanno anche i ministri..
Non ho mai fatto gestacci contro una manifestazione di avversari, perchè mi hanno insegnato a non buttare olio sul fuoco e  a non cercare sempre e comunque la provocazione.
Non ho mai votato una legge ad personam, anzi ho cercato di contrastarle.
Non sono mai stato condannato neppure in primo grado e non vorrei che anche di questo, prima o poi, dovessi vergognarmi, perchè di questo passo gli incensurati dovranno giustificare la loro insopportabile diversità
Non ho mai urlato “Fuori dalle balle” contro i miseri  e i deboli, ma lo ha fatto un ministro.

Sicuramente avrò fatto altri errori,  eppure non ho mai partecipato agli episodi che hanno scandalizzato milioni di italiani e lo stesso presidente della repubblica, e come me si sono comportati altre decine di parlamentari nel passato e nel presente.

Mi auguro che i presidenti delle camere vogliano  procedere a dare un nome e un cognome a quanti debbono recuperare stile, sobrietà, comportamenti degni delle istituzioni. Naturalmente non si tratta solo di eleganza formale, ma anche di rispetto sostanziale per la legalità e per la Costituzione.

Per queste ragioni sono lieto  per il richiamo del presidente, ma lo considero rivolto, in primo luogo, a chi continua a confondere, con le parole, ma soprattutto con le azioni, il proprio interesse  privato con l’interesse generale. Anche in questo caso sarà bene che ciascuno risponda per le sue azioni e per i suoi eventuali reati: naturalmente il principio dovrebbe valere anche per il presidente del Consiglio, o no?

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