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Napoli, dimissione di gruppo in consiglio comunale. E la Iervolino arriva al capolinea

Ben 31 i rappresentanti della città che questa sera hanno lasciato il loro incarico. In ogni caso, il sindaco ha fatto sapere: “Se mi dimettessi adesso, nella situazione in cui ci troviamo, sarei una vigliacca"
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Il trentunesimo (su sessanta) a dimettersi dal consiglio comunale di Napoli è stato Carmine Simeone, eletto nel 2006 nei Ds. Le firme sono state raccolte dal notaio Elio Bellecca. Si sono dimessi i 16 esponenti del Pdl, i 3 di Udc e Alleanza per Napoli, i 2 di Forza Italia e gli appartenenti ai Popolari per il Sud, Futuro e Libertà, Iniziativa popolare, Nuovo Psi, Popolari d’Italia domani e il gruppo misto. Nel momento in cui le dimissioni verranno notificate alla segreteria del consiglio, e la conseguente trasmissione degli atti al Prefetto, si concluderà senza gloria il secondo e ultimo mandato del sindaco Pd di Napoli Rosa Russo Iervolino. E la sua giunta di centrosinistra decadrà con tre mesi di anticipo rispetto alle elezioni amministrative già fissate per la prossima primavera. Con le dimissioni della maggioranza del parlamentino cittadino – tra i quali 7 ex esponenti del Pd – si avviano infatti le procedure per lo scioglimento anticipato dell’amministrazione.

Le dimissioni arrivano al termine di un consiglio comunale nel corso del quale l’opposizione di centrodestra, guidata dal capogruppo Pdl Carlo Lamura, aveva presentato una mozione di sfiducia firmata da 31 consiglieri e aveva invitato la Iervolino a dimettersi spontaneamente, compiendo “un gesto di responsabilità”. In quel caso sarebbe arrivato un commissario di Governo che avrebbe certificato il bilancio approvato dalla giunta Iervolino ma non ancora discusso in aula. Secondo quanto previsto dal Regolamento la mozione di sfiducia poteva essere discussa non prima di dieci giorni e non oltre trenta dalla sua presentazione. Ma le dimissioni anticipate dei consiglieri rendono inutile la procedura.

In ogni caso, la Iervolino ha preferito non dimettersi: “Se mi dimettessi adesso, nella situazione in cui ci troviamo, sarei una vigliacca” aveva commentato il sindaco. “Mi farebbe comodo andar via – aveva aggiunto – perché sono stufa di uno stile che non onora la città. Quando sono venuta qui ho giurato fedeltà alla Costituzione. Se l’aula voterà ne prenderò atto e obbedirò come mio dovere, andrò via, ma per ora ritengo mio dovere rimanere fino all’ultimo giorno e fare tutto il possibile per la mia città. Sono pronta ad accettare il responso del voto, ma sono una persona onesta e scappare sarebbe un gesto vigliacco”.

Il bilancio licenziato dalla giunta era stato bersagliato da numerose critiche. Secondo il centrodestra sarebbe pieno di ‘buchi’: “La situazione del bilancio è chiarissima – sostiene invece la Iervolino – è un bilancio povero, come quello di molti Comuni, ma è un bilancio pulito e, nonostante potremmo non farlo, lo presenteremo e lo discuteremo in Aula per rispetto verso il prossimo sindaco”. Così parlò il sindaco prima delle dimissioni di 31 consiglieri.

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