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Chi oggi difende l’indifendibile

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Torno dal lavoro, Radio Rai, traffico infernale, ascolto a tratti, sembra un programma divertente, in linea c’è un sottosegretario alla Giustizia. Clacson. Non faccio in tempo a sentire il nome dell’intervistata, ma ne ha due o tre come si usa nelle famiglie bene (e del proprio cognome per orgoglio non si vuole rinunciare),voce  pacata, signorile, dice di essere avvocato. La incalzano, sul caso B. esordisce con un «ognuno a casa propria fa quel che vuole», poi, «ci sono stata anche io a Palazzo Grazioli, feste eleganti, canzoni napoletane, lui è un padrone perfetto», «la gente non capisce quanto può essere generoso, aiuta tutti, persino una signora che non aveva la dentiera, ho assistito io, gliel’ha regalata, è un filantropo, un benefattore…ma di questo non si parla mai». Non ce la faccio più ad ascoltare la solita tiritera, è una offesa a chiunque abbia un po’ di buon senso… Ma per chi ci hanno preso? Spengo la radio. E non prendo nota del nome, non me lo ricordo. E questo è un delitto in un Paese come l’Italia che tra i suoi principali difetti ha la memoria corta.

Perché i nomi di chi oggi difende l’indifendibile a spada tratta e sarebbe disposto come Muzio Scevola a mettere la mano sul fuoco sull’innocenza sia penale che morale del Presidente, bisogna ricordarseli perché quando questa triste parentesi politica finirà (perché finirà presto) quegli uomini e donne verranno riciclati e ce li ritroveremo nei prossimi governi con una casacca diversa.

E ciò che ti fa più male è vedere pure gente preparata, con una immagine e una professionalità (perché ci sono uomini di livello anche nel Pdl, mica tutte Minetti) aver perso completamente il senso comune. Perché lo fanno?

Ai posteri l’«ardua sentenza», ma a noi quantomeno la memoria. Quando non ne potete più annotate nei vostri commenti, o quantomeno in un taccuino o in un post it! i nomi degli «avvocati» di B., se possibile scrivete in sintesi le loro affermazioni. Come nell’antica Roma autocompiliamo personali liste di «proscrizione», anzi no di «procreazione» che suona meglio e fa tanto bunga bunga. Scherzi a parte chi oggi si espone a difendere l’indifendibile prenda le sue responsabilità di fronte agli elettori, e ciò anche a maggiore gloria, perché se fosse – come dicono – tutto un complotto, essi verranno ricordati come gli unici, veri, difensori della verità.

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