E’ uno scontro termonuclare quello in corso tra Fli e Pdl. A creare il casus belli è stato il discorso al Senato del Ministro degli Esteri, accompagnate da nuove richieste del Pdl: “Il presidente della Camera deve dimettersi”. I futuristi rispondono fissando nel tardo pomeriggio una conferenza stampa. Italo Bocchino accusa il premier: “Il vero mandante dei dossier è Berlusconi, Frattini il fattorino”. Parole che spingono il Pdl a rispondere ancora una volta: “Fini deve dimettersi perché è venuto meno il suo ruolo di imparzialità”.

Un flop. “La documentazione di Frattini è non è altro che la lettera scritta il 22 settembre e che il Giornale ha già pubblicato. Non c’è notizia, non c’è nessuna novità”. Lo ha detto Bocchino che aggiunge: “Siamo qui per denunciare e dimostrare un’operazione di dossieraggio e mediatica, posta in essere a orologeria contro il presidente Fini al solo fine di distrarre l’attenzione dai gravissimi episodi che stanno emergendo nella vicenda inquietante che riguarda Berlusconi.E’ una piccola operazione di marco goebelsiano – ha sottolineato il deputato Benedetto Della Vedova – nel tentativo di distrarre da cose più importanti. Ma nella sostanza quello che doveva essere uno scoop è un flop, perchè non c’è notizia”.

La casa non è di Giancarlo Tulliani. “Vi do una notizia per chi ha a cuore la verità: la casa di Montecarlo non è del signor GiancarloTulliani. Abbiamo qui le carte, le ho portate. Carta canta, villan dorme”. Giuseppe Consolo, deputato di Futuro e Libertà e legale del presidente della Camera Gianfranco Fini, tira fuori le carte durantela registrazione di Porta a Porta in onda questa sera, sostenendo chela casa di Montecarlo non è di proprietà del cognato del presidente della Camera. Quanto all’intervento in aula al Senato del ministro degliEsteri Franco Frattini, Consolo sottolinea: “Il fatto che un ministro degli Esteri autonomamente svolga una rogatoria sostituendosi al Guardasigilli, non ha bisogno di commenti”.


Frattini risponderà ai giudici.
“Frattini ha commesso degli abusi”, sostiene Bocchino. “Innanzitutto ha chiesto per via ordinaria della documentazione, mentre può essere chiesta solo per canali diplomatici dal ministro della Giustizia. Spieghi il ministro il perché. E spieghi anche perchè non abbia attivato canali diplomatici del ministero, ma abbia ricevuto quella documentazione per posta. Spieghi infine perchè li ha tenuti in un cassetto per un mese: dal 20 dicembre, giorno della ricezione, non li ha mostrati a nessuno, né li ha mandati alla magistratura, ma li ha tenuti chiusi per utilizzarli quando gli è stato chiesto da Berlusconi”.“Da parte del ministro c’è stata una totale assenza di decoro istituzionale”, chiosa il deputato di Fli, Benedetto Della Vedova. “Oggi il Parlamento ha vissuto una delle pagine più tristi e indecorose della sua storia, a causa del comportamento di un uomo delle istituzioni come il ministro degli Esteri”, aggiunge l’ex ministro Andrea Ronchi.

La polemica contro Schifani. “Non chiediamo le dimissioni del presidente Schifani -ha aggiunto Bocchino rispondendo ad un’esplicita domanda-. Noi diciamo, quando vengono chieste le dimissioni di Fini, dimostrateci che ha compiuto un atto non imparziale. Se è così,dovrebbe dimettersi Schifani, per un uso parziale delle Istituzioni nell’interesse privato del presidente del Consiglio”. Bocchino ha poi invitato insistenetemente il presidente del Consiglio ad andare ad elezioni anticipate se non vuole più Fini come presidente della Camera e “magari averci Frattini, Schifani o qualche frequentatore di Arcore”. Ma non lo fa “per sottrarsi al giudizio degli italiani, che non vogliono come presidente del Consiglio di un Paese, culla della civiltà cristiana, lo stesso che fa quei festini, perché sa che se si va al voto non tornerebbe più a palazzo Chigi”.

La replica del Pdl. ”Futuro e Libertà” conferma la sua linea dettata dall’arroganza dell’impunità”. Lo dichiarano in una nota congiunta Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato. “La correttezza del ministro Frattini – proseguono – è incontestabile. Le carte sono state trasmesse alla Procura e chi stamattina aveva alzato i toni, arrivando a chiamare in causa impropriamente il presidente Schifani, forse è rimasto deluso e ora dà fuoco alla sua coda di paglia. L’uso spregiudicato delle carte bollate preferiamo lasciarlo ad altri, né accettiamo che accusi di dossieraggio il presidente Berlusconi che da giorni, incapace di affermarsi sul piano politico e parlamentare, non sa fare altro che brandire intercettazioni e pedinamenti telematici compiuti illegalmente ai danni del premier. Noi, a differenza di Futuro e Libertà, non deleghiamo la nostra politica ai pubblici ministeri. Fa poi sorridere la richiesta di dimissioni nei confronti del presidente del Senato, la cui imparzialità non può essere messa in discussione da nessuno. L’onorevole Bocchino, che apprendiamo essere diventato il portavoce di Fli, si rassegni: lui può anche chiedere e richiedere le dimissioni di Berlusconi e fingere di non aver paura di confrontarsi con gli elettori, ma questo non cancella l’unica verità. Fu Fini in un noto videomessaggio a dire che si sarebbe dimesso se fosse stato dimostrato che la casa di Montecarlo è di Giancarlo Tulliani. Se qualcuno in queste ore glielo dovesse ricordare – concludono Gasparri e Quagliariello -, non potrà essere accusato di lesa maestà”.

Mariastella Gelmini. “Fini deve dimettersi non tanto per la vicenda della casa di Montecarlo, ma perché è venuto meno il suo ruolo di imparzialità e di garanzia. Da sempre la presidenza della Camera è un istituzione super partes, questo dato è venuto meno”.

Il discorso di Frattini al Senato. L’atteso passaggio del ministro degli Esteri per riferire dei documenti ottenuti dallo stato caraibico di Santa Lucia si risolve in un nulla di fatto. Il capo della Farnesina si limita a certificare l’autenticità delle carte, ma non ne svela il contenuto, precisando di averle inoltrate alla procura di Roma che indaga sulla legalità della compravendita della casa di Montecarlo di proprietà di An. “Alcune settimana fa ho ottenuto risposta dalle autorità di Saint Lucia che me ne hanno certificato l’autenticità per la veridicità dei dati contenuti in questi documenti. Il documento ovviamente non può essere messo a integrale disposizione. Quindi, sui particolari non posso e devo aggiungere altro, sarà la procura della Repubblica, se lo riterrà, a farne uso”.

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