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A Napoli Montezemolo a processo non è una notizia

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Riporto un bell’articolo apparso sul sito www.iustitia.it

Luca Cordero di Montezemolo comparirà il prossimo18 aprile davanti ad Alessandra Cataldi, giudice del tribunale di Napoli, sezione distaccata di Capri. È accusato di abuso edilizio, falso e deturpamento di bellezze naturali. Insieme a Montezemolo, assistito dagli avvocati Alfonso e Guido Furgiuele, e con gli stessi capi d’accusa, ci sono altri tre imputati: Francesco Di Sarno (difeso da Sergio De Simone), Francesco Saverio Grazioli (i legali sono Alfonso Furgiuele e Sante Ricci) e Rossella Ragazzini (l’avvocato è Claudio Botti).

La vicenda riguarda lavori abusivi realizzati a villa Caprile ad Anacapri, la residenza utilizzata d’estate dal presidente della Ferrari (ed ex numero uno di Fiat e di Confindustria), villa di proprietà della Fisvi (Finanziaria sviluppo) holding. La Fisvi ha come presidente e amministratore delegato Grazioli, amico, socio e presenza assidua nelle società di Montezemolo, è quasi per intero di proprietà del presidente Ferrari e ha come consiglieri di amministrazione i figli (Matteo e Clementina) e la moglie (Ludovica Andreoni) di Montezemolo e Stefano Ciccioriccio.

Sul processo gli avvocati ostentano sicurezza: “I reati sono prescritti o prossimi alla prescrizione”; ma non è questo il punto. La notizia del rinvio a giudizio è stata pubblicata il 26 novembre dal Fatto Quotidiano, il giornale diretto da Antonio Padellaro, che ha dedicato alla vicenda un lungo e documentato articolo firmato da Vincenzo Iurillo, e non è stata ripresa né dalle agenzie, né dai giornali, né dalle televisioni, con l’eccezione di Metropolis, il piccolo quotidiano di Castellammare di Stabia diretto da Giuseppe Del Gaudio.

Il rinvio a giudizio del presidentissimo Montezemolo, che sembra intenzionato a presiedere qualcosa anche in campo politico, non è una notizia? La risposta è no, secondo la valutazione dei responsabili dei media locali e nazionali. E va registrato che in un anno c’è stato anche un preoccupante e grave passo indietro.

Quando il 13 novembre del 2009 gli agenti della polizia di Capri, su ordine della procura della Repubblica di Napoli, apposero i sigilli a Villa Caprile la notizia venne data dall’Ansa, da Repubblica Napoli, dal Corriere del Mezzogiorno e dal Roma; soltanto il Mattino, che pure aveva spedito ad Anacapri un inviato, Giuseppe Crimaldi, decise di cestinare la notizia. Evidentemente i responsabili napoletani di quotidiani e redazioni distaccate si sono convinti che il Mattino aveva fatto la scelta giusta.

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