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Io non ci sto

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Che strana democrazia la nostra. Berlusconi può fare tutto ciò che vuole: 39 leggi ad personam, padrone di Mediaset e contemporaneamente governatore della Rai, far evadere per legge ad aziendam 350 milioni di euro alla casa editrice di famiglia, la Mondadori, facilitare il riciclaggio del denaro sporco grazie al rientro dei capitali dall’estero. E se alcune decine di persone alla Festa del Pd fischiano Schifani ieri, Bonanni oggi, Bersani o Brunetta domani, vengono messi alla gogna e definiti: criminali, antidemocratici, squadristi, figli degli anni di piombo. Fermi tutti. Pensiamo bene a quello che sta accadendo. Condanno anch’io il petardo e l’irresponsabile che lo ha lanciato contro il sindacalista, nello stesso tempo sono dalla parte, senza se e senza ma, dei tanti cittadini che si trovano, grazie a un governo che non ha fatto nulla per affrontare i problemi reali, condannati alla disperazione. Chi a cinquant’anni ha perso il lavoro, chi ha studiato una vita per diventare, bene che vada, un precario. Ricerca, scuola, cultura, lavoro, lontani dal cuore e dalla testa di un governo indecente. Riusciamo, noi fortunati e privileggiati, che tutte le mattine ci alziamo per andare a produrre, a capire cosa passa per la testa di chi è senza prospettive?

Non vorrei che il petardo di Torino diventasse qualcosa di più micidiale. Il Partito democratico sembra quel povero rom che al semaforo tenta di lavare i vetri mentre gli automobilisti cercano di evitarlo. La rincorsa a Casini, poi a Fini, l’accordo, non troppo segreto, con Ferrero e Diliberto a candidarli in cambio del loro voto alle primarie a favore di Bersani, cioè contro Vendola. Intanto in tv impazza “l’inopportuno” Minzolini, che ha trasformato il Tg1 in house organ del Pdl e nessuno dell’opposizione, evidentemente troppo presi ad incontrare gli Schifani, i Bonanni, le Gelmini (detta anche cuor di leone: ha rinunciato a partecipare alla Festa di Bologna), che abbia letto l’articolo 4 del Contratto di servizio pubblico (che regolamenta il rapporto tra Rai e Stato): “La Rai assicura la qualità dell’informazione quale imprescindibile presidio di pluralismo”. L’unico che se ne è accorto è il telespettatore che un po’ alla volta lo sta abbandonando per Mentana e Sky (ieri il Tg1 ha segnato il record negativo 25% di share).Oggi i funerali del sindaco di Pollica Angelo Vassallo ucciso dalla camorra. La notizia era già finita nelle ultime pagine dei giornali. Anche per lui, come per tutti quelli uccisi nel compimento del proprio dovere, il destino, oltre alla morte, gli riserverà anche un “se l’andava cercando” detto da un Andreotti qualsiasi. Di fronte a tutto questo i politici se la prendono con chi ha ancora la forza e la voglia di fischiare, in rappresentanza del democratico: “Io non ci sto”.

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