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Lombardia commissariata da Ignazio
La Russa. Per i finiani non c’è spazio

A Milano è bastata la volontà di creare un gruppo autonomo, espressa dall'assessore Giampaolo Landi di Chiavenna, a scatenare l'ira del Pdl
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A Milano è bastata la volontà di creare un gruppo autonomo, espressa dall’assessore comunale Giampaolo Landi di Chiavenna, a scatenare l’ira del Pdl. “Se esce dal partito deve dimettersi”, hanno tuonato i colleghi di giunta. Dall’ex An, Carlo Fidanza, al sindaco, Letizia Moratti, che già era pronta a sostituirlo con uno dei suoi. Ma Landi di farsi epurare non ci pensa neanche. “Non vedo perché dovrei lasciare”, dice.

Fuori da Palazzo Marino è calma piatta. Né in Regione né in Provincia si è finora palesato un finiano. Al Pirellone i consiglieri del Pdl provenienti da An sono tre, capitanati da Romano La Russa, fratello del ministro Ignazio, ben lontano dal presidente della Camera. In Provincia l’ex An Giovanni De Nicola, oggi assessore nella giunta di Guido Podestà, è da sempre considerato uomo di fiducia del luciferino coordinatore nazionale del Pdl.

Difficilmente dunque al Pirellone e a palazzo Isimbardi vedrà la luce il gruppo di Futuro e Libertà. “Vedremo dopo Mirabello, sul territorio già ci siamo”, dice Landi di Chiavenna. Di fatto in Lombardia ci sono circa cento circolo di Generazione Italia attivi e 1500 iscritti. I gruppi di Futuro e Libertà nasceranno dopo la festa Tricolore di settembre. Nel frattempo si contano gli eletti nel Pdl passati nei finiani. Tra cui anche un sindaco: Carlo Molteni, primo cittadino di Varenna, piccolo comune sul lago di Lecco, e componente del direttivo provinciale del Pdl. C’è poi Guido Massera, assessore del Comune di San Donato Milanese; o il capogruppo del Pdl in Provincia di Bergamo, Giuseppe Bettera.

di Davide Vecchi

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