A dire il vero quelli politici avidi e famelici, non se ne sono mai andati e come nelle peggiori genie trasmigrano l’animo oscuro e l’appetito insaziabile, di soldi e potere, di generazione in generazione.

Nelle colonne del Fatto Quotidiano ci sono ogni giorno cronache, inchieste e retroscena raccapriccianti sui Lupi del Potere.

I Lupi di cui vi parlo oggi e dei quali, se vorrete, potrete ascoltare un paio di pezzi nuovissimi, usciti da pochi giorni, sono invece i Lupi del barrio: I Los Lobos.

Era la metà degli anni ‘70 quando quattro ragazzi della periferia Est di Los Angeles, il quartiere ispanico abitato da immigrati messicani, cominciavano a suonare, a stare insieme ore e ore e a far da colonna sonora alle feste del quartiere e ai matrimoni.

Al momento di darsi un nome decisero per: Los Lobos del Este, visto che in città c’erano gia i Los Lobos del Norte. Poco dopo questi ultimi si sciolsero e per i quattro del barrio, rimase solo il nome Los Lobos.

Il sangue latino, l’aria del deserto quantomai vicina e i suoni messicani fecero il resto.

Improvvisamete la notorietà mondiale grazie all’interpretazione de: La Bamba nel film sulla vita di Ritchie Valens, nato anche lui nello stesso sobborgo di Los Angeles.

Da quel momento non c’è stata radio, in ogni angolo del mondo, che non abbia trasmesso la Bamba dei Los Lobos. Il problema arrivò subito dopo perché bissare un successo di proporzioni colossali come quello non era facile.

Loro per primi lo capirono e per smaltire la sbornia da primi in classifica, ripresero a far musica senza cercare l’inutile clone, ma proseguendo su un percorso fatto di tante atmosfere diverse, ma fuse in un unico suono. Nasceva il “Suono dei Los Lobos” con chitarre, guitarron, fisarmonica, violino, maracas e fiati. Dentro a quel suono convivono cumbia, rock, polka, blues, boogie e mariachi,

Nelle loro canzoni i Los Lobos hanno sempre posto l’accento sulle storie degli emarginati, quelli conosciuti sul marciapiede del barrio, o quelli ancor più diseredati che ogni giorno e ogni notte cercano di varcare il confine.

Il coronamento di questo percorso è arrivato pochi mesi fa quando i Los Lobos sono stati invitati da Obama a suonare alla Casa Bianca aprendo il concerto con il brano con il quale hanno siglato anche i quattro recenti concerti italiani a Luglio:

Ascolta ‘Chuco’s Cumbia’

Concerti nei quali, contrariamente a quanto molti si attendevano, non hanno presentato nulla del nuovo disco in procinto di uscire. D’altronde andare controcorrente, non cedere a marchette promozionali è da sempre nel dna dei “Lupi”.

Ogni volta che i Los Lobos arrivano sul palco si mettono a disposizione del pubblico e le ormai folte comunità ispaniche presenti in Europa e nel nostro Paese, rispondono con entusiasmo. “Di cosa avete bisogno stasera” è la domanda che arriva dal palco, e il loro repertorio è così ampio da soddisfare qualunque esigenza musicale.

Repertorio che si è arricchito in questi giorni di un nuovo album, il quindicesimo, registrato in studio, della loro discografia: “Tin can trust”

Questo è il brano d’apertura, impreziosito dalla voce di Susan Tedeschi:

Ascolta ‘Burn it down’

Sono undici le canzoni del nuovo disco dei Los Lobos, dieci inediti, scritti e costruiti per l’occasione più un pezzo dei Grateful Dead di cui per un periodo aprirono i concerti.

Un legame, quello con il gruppo di Jerry Garcia, che andrà a rafforzare anche quello con i fans dei Dead che da anni hanno eletto i Lobos a loro nuovo gruppo preferito e per ripagare questo tributo i Lobos hanno suonato in maniera fantastica:

Ascolta ‘West L.A. Fadeway’

Hanno impiegato quattro anni per realizzare questo nuovo album, ma ormai le stagioni avanzano anche per loro e non è certo facile, come hanno dichiarato, stare dietro a tutto quando c’è da viaggiare in continuazione e i tempi di recupero non sono più quelli di una volta.

Uno dei due momenti del disco dedicati ai suoni ai suoni latini, è questa cumbia suonata con estrema naturalezza, tanto da esaltarne la solarità:

Ascolta ‘Yo canto’

Poi all’improvviso arriva il brano che punta dritto dentro e ci riesce immediatamente. Una ballata notturna, ideale da ascoltare durante un viaggio di fine estate.

Ascolta ‘All my bridges burning’

P.S. Visto che nella giornata di Ferragosto è facile trovarsi tra amici per un pranzo insieme, vi consiglio due pezzi adatti al momento del cocomero e dell’allegria, soprattutto se ci sono bambini nei paraggi, ma non solo.

Qualche momento per sorridere in fin dei conti qualche volta ci vuole e allora il vecchio mestiere di disc-jockey esce fuori:

Uno è dei Los Lobos.

Ascolta ‘Corrido’

L’altro lo ricorderanno solo pochi, per gli altri sarà una sorpresa vedere come si somigliano, anche se tra i due ci sono anni e soprattutto migliaia di chilometri di distanza.

Ascolta ‘Pilade & Celentano’

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