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Tangenti in Abruzzo, un diamante regalato
per favorire un appalto da un milione di euro

Questo uno dei doni fatti dall'ex deputato Angeloni all'assessore regionale Daniela Stati. Oggi sono iniziati gli interrogatori alla procura dell'Aquila
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Un diamante è per sempre, diceva una pubblicità. E può anche essere per favorire l’affidamento di appalti per 1,5 milioni di euro. Quelli legati alla ricostruzione del dopo terremoto in Abruzzo che, secondo la procura dell’Aquila, sarebbero dovuti finire all’Abruzzo Engineering, grazie all’intervento dell’assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati. Che quando vede l’anello con brillante nelle mani del padre, Ezio Stati, gli chiede con sorpresa: “Mica lo hai comperato, papà?”. “Hanno rispettato gli impegni… è dai 12 ai 15mila euro”, risponde il padre. “… Non lo voglio, mi pare troppo. Ma veramente me lo posso prendere?”, chiede la Stati. E se lo prende.

Non ci sono “dubbi sulla natura remunerativa della regalia”, scrive il giudice per le indagini preliminari Marco Billi nell’ordinanza che ha portato a tre arresti per corruzione e a due misure cautelari, come l’interdizione dai pubblici uffici per Daniela Stati, che si è dimessa dalla sua carica di assessore.

Il diamante, poi un’auto e un televisore: sono questi i regali alla “famiglia” Stati. Oltre all’assessore, il compagno Marco Buzzelli, ai domiciliari, e il padre Ezio, ex tesoriere della Dc abruzzese, finito in carcere ieri, dopo esserci finito già negli anni ’90 per vicende legate a tangentopoli. A fare i doni Vincenzo Angeloni, ex deputato di Forza Italia, arrestato, e Sabatino Stornelli, amministratore delegato della Selex service management del gruppo Finmeccanica, a cui è stato prescritto l’obbligo di dimora nel Comune di Roma. La contropartita? Ottenere incarichi e consulenze legati ad appalti per la ricostruzione dell’Aquila.

“Daniela Stati – scrive il gip –, in qualità di assessore regionale, induceva il presidente Gianni Chiodi e Vincenzo Spaziante, funzionario della Protezione civile, ad adoperarsi per la variazione dell’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri 3805 del 3 settembre 2009 e la sua sostituzione con l’ordinanza 3808 del 15 settembre al fine di far rientrare tra le società richiamate nell’ordinanza anche l’Abruzzo Engineering spa». Società a capitale misto (il 30% è della Selex e il 60% dalla Regione), che grazie alla variazione dell’ordinanza “doveva ottenere appalti per la ricostruzione della città dell’Aquila – lavori stimati in un milione e mezzo di euro – al fine di escludere il consorzio dell’Università ReLuis e avvantaggiare così, tramite incarichi e consulenze, società riconducibili alla proprietà e alla gestione di Vincenzo Angeloni e Sabatino Stornelli».

Per ottenere tutto questo la Stati si sarebbe rivolta anche al premier (“Ho chiamato direttamente Berlusconi…”, racconta in una conversazione intercettata). Interventi, quelli dell’ex assessore, che lei sostiene di aver fatto non per agevolare società private, ma per aiutare i 200 dipendenti della Abruzzo Engineering. “Se devo essere accusata perchè voglio che dei lavoratori possano avanzare diritti nei confronti della Regione Abruzzo, è vero, come politico ho fatto questo”, ha detto ai giornalisti la Stati, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Accuse respinte, quindi. Come le hanno respinte pure il padre Ezio e Angeloni, sentiti dal gip prima dell’ex assessore.

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