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Si deve fare: giustizia e notizia

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Ho accolto con entusiasmo l’invito a far parte della serie di pregevoli blogger del più giovane e gagliardo tra i mass media che è riuscito a dar forma e forza alla dispersa stampa libera italiana, ormai incapace di soddisfare l’esigenza essenziale di garantire diritti fondamentali in una nazione moderna e civile, quali quello ad una informazione indipendente e ad inchieste giornalistiche autonome da ogni potere legittimo o mafioso.

Giorgio Napolitano in qualità di presidente della Repubblica ha rivolto reiterati “moniti” perché le attuali vicissitudini italiane si possano affrontare a bassa voce e con spirito collaborativo… proprio come quando sostenne ai tempi della Primavera di Praga che la palese negazione dei diritti civili era questione interna di un Paese straniero alla stregua della democrazia in Italia affidata in esclusiva alla casta dei politici!

Per questo il Fatto Quotidiano non costituisce solo l’esempio più significativo di stampa libera e seria ma supplisce anche a chi tradisce un mandato per cui sono indispensabili requisiti d’imparzialità e lealtà da affermare se necessario a voce e testa alte e senza alcuna forma di più o meno mimetizzata collusione e complicità con chi sia coinvolto o contiguo con la criminalità o tenga condotte sconvenienti…

Prezzolati diffamatori e calunniatori professionisti hanno tentato di screditare il giornale come foglio delle procure là dove con tale dizione si cerca in un sol colpo di contrabbandare i (rari) giornalisti e magistrati efficienti e liberi e quindi onesti e indipendenti come una banda faziosa e per definizione giustizialista e forcaiola alla faccia di chi, come Falcone e Borsellino, è l’esempio di come si deve fare giustizia e notizia.

Le riflessioni di questi eroici servitori delle istituzioni non disposti ad abbassare i toni quando le indagini toccarono personaggi come Berlusconi e Dell’Utri (si prenda visione dell’ultima intervista a Paolo Borsellino!) né a subire alcuna forma di “trattativa” fra mafia siciliana e stato italiano (indegno evidentemente di lettere maiuscole) possono esser di conforto a chi fosse poco provvisto di coraggio civile.

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