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La gogna e gli sberleffi di ‘Velone’

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Lo spettacolo televisivo piu’ feroce e indecente va in onda dal lunedì al venerdì su Canale 5 all’ora di cena. Si chiama “Velone” ma potrebbe intitolarsi la gogna o lo sberleffo. Una galleria di poverette , casalinghe, pensionate, ex impiegate, ex professioniste, donne di tutti i tipi, vengono, per loro sventata scelta, trasformate in materiale di scherno e di lazzi, bersaglio di ogni derisione, polpette da annusare e da buttare perché la carne non è piu’ fresca. La colpa massima di queste malacapitate , quella che giustifica le battute ilari e agghiaccianti del “bravo presentatore” e che scatena le risatacce del pubblico, è infatti quella di non essere giovani ma , come si spera possa capitare a tutte, vecchie.

Il potere e la volgarità della televisione, temi su cui sono stati scritti saggi monumentali, vengono come per incanto riassunti in questo programmino indecoroso. Le vittime si avviano esultanti al macello pur di apparire, convinte che piuttosto dell’anonimato è meglio la derisione, e poi, chissà, per loro magari lo scherno si trasformerà magicamente in applausi ammirati . Arrivano su palchi montati nelle varie piazze italiane , con i loro corpi spesso appesantiti e le loro facce segnate, com’è naturale che sia.

Arrivano con effetto Bette Davis agghindate e truccate da ragazzine al primo ballo e si danno subito da fare con danze del ventre, tanghi, esibizioni ginniche, canzoncine, barzellette, mossette varie, un campionario da infima rivista rispolverato per farle apparire piu’ grottesche. Ballano e cantano mentre la telecamera sceglie come inquadrature predilette il tremolio del seno o quello del doppio mento. Nella divaricazione tra il fiducioso abbandono di queste donne e l’effetto che provocano svettano robusti messaggi .

Il “ bravo presentatore”, a sua volta vecchiotto e con fisico appesantito, in quanto maschio può permettersi il ruolo di giudice e di manovratore del gioco dall’esterno. Imponendo all’ottantenne un valzer le urla “ oilà non mi spinga col seno”. Oppure sfodera con protettiva spavalderia battuttine fintamente ammirate e butta lì a tutte le anziane surreali “ma che meraviglia, ma quanto sei bella”. Le disgraziate invece che arrabbiarsi e battersela, prese dall’ottundimento televisivo, sorridono beate e si lasciano utilizzare come clown inconsapevoli. Se qualcuno volesse spiegare a un alieno cos’è la pornografia questo sarebbe il programma perfetto.

Ad un certo punto, a dimostrare la comica inadeguatezza delle vecchie, ecco arrivare la femmina stupenda e giovanissima. Seminuda nel suo freschissimo fulgore di natiche elastiche e pancia piatta appare non solo come la supervincente, ma come il modello virtuoso, l’unico possibile. Con brutale sintesi dunque la giovinezza e un corpo perfetto ed esposto sono i presupposti indispensabili per essere accettate come donne. La vecchiaia , un tempo rispettata, almeno formalmente, quale possibile fonte di esperienza e di qualche sapienza, è da deridere .

Insomma la volgarità è semplice e devastante. Come queste “Velone”.

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