Lo ammetto. Da qualche anno, le mie fonti di informazione hanno come solido fondamento anche i social network. La crisi della politica, infatti, corrisponde in modo geometrico anche alla crisi del giornalismo. 

Potete essere certi, oggi, che una notizia del Messaggero su Virginia Raggi corrisponda alla verità dei fatti? Un titolo di Libero vi può davvero illuminare su questioni di fondo dell’umano consesso? Non parliamo delle “firme” dei giornaloni, mediamente tutte schierate a fare da grancassa al pensiero del potente di turno (anche perché spesso firma dei giornaloni ci diventi per amicizia e frequentazioni, quando non per vera e propria subalternità).

Così al cittadino non rimane che rifugiarsi nell’universo di puttanate che galleggiano in rete, tanto la differenza con le testate registrate ai tribunali ormai è illusoria. Tuttavia, in questo vasto mare di galleggianti, ogni tanto inaspettatamente ci si imbatte in una chicca, una illuminante considerazione che fa riflettere più di cento editoriali di Pg Battista.

Nel weekend comincia allora a farsi strada un breve testo di un artigiano che vive a Marsala. Si chiama Bartolomeo Prinzivalli ed è politicamente attivo nel Movimento 5 stelle, ma non è questo il punto. Con il suo candore, Bartolomeo fa quello che non ha fatto finora nessun giornalista italiano, così chiaramente: ha messo il lettore di fronte a tre anni di contraddizioni insanabili del partito che attualmente governa l’Italia. Lo fa in modo da farlo capire anche ad un bambino.

Ecco il suo testo.

A parte gli impietosi editoriali del direttore di questa testata online e di Marco Travaglio su quella cartacea de Il Fatto, avevate mai letto qualcosa di più chiaro e conciso?

Propongo l’iscrizione di Bartolomeo all’Ordine dei giornalisti d’ufficio.

Ah, no, poveraccio, proprio non se lo merita.

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