Isocrate non capitava dal 1958. A chi affronta la seconda prova della maturità 2016 al liceo classico poteva andare meglio. Perché l’autore non è banale e anche il testo presenta diversi elementi di complessità: “Sicuramente non è Esopo, il passo non può essere considerato agevole. Dovessi collocarlo su una scala di difficoltà da 1 a 10, direi fra il 7 e l’8”, commenta Mauro Tulli, professore ordinario di letteratura greca e direttore del dipartimento di filologia all’Università di Pisa. “Agli studenti però consiglio di avere pazienza. Isocrate non tradisce, la sua prosa per quanto articolata è perfettamente organizzata: non ci sono anacoluti, tutto ha una funzione, tutto ha un senso. Certo, bisogna essere in grado di coglierlo”.

Il Ministero ha scelto un brano del retore ateniese tratto dall’opera “Sulla pace” e intitolato “Vivere secondo giustizia non è solo corretto, ma anche conveniente per il presente e per il futuro”. “Si tratta di un pezzo di oratoria epidittica, che interviene sulla politica ateniese sul tema della crisi della Seconda Lega marittima e dell’accettazione dell’autonomia degli alleati. Un contesto storico di cui gli studenti dovrebbero aver memoria e che potrebbe essere un appiglio. Anche se poi i concetti espressi sono di stampo generale, quasi filosofico”, spiega Tulli. Due le difficoltà principali: “Il fatto di trovarsi davanti ad un’elaborazione concettuale sicuramente complica il lavoro di traduzione: spesso avere un racconto da seguire aiuta”. E poi c’è la sintassi.

“Il brano si apre con un periodo molto lungo ma non troppo difficile. Anche se non trovare segni di interpunzione per i primi 3-4 righi potrebbe mettere un po’ in soggezione i ragazzi”, ammette l’accademico. Le vere insidie, però, sono altrove. “Nel corpo del testo vedo almeno un paio di prolessi (figura retorica che consiste nell’anticipazione di una parte della proposizione, nda) di non semplicissima interpretazione. E poi si arriva al periodo finale, dove si entra nel merito della questione, e che è senza dubbio il più articolato”. Gli studenti si troveranno di fronte ad una costruzione complessa: “Abbiamo una relativa, con dentro una consecutiva che a sua volta contiene una temporale. È vero che Isocrate come suo solito scandisce e separa in maniera molto evidente i vari livelli di subordinate, ma la cornice è elaborata e qualcuno potrebbe perdersi”.

Chiaro, invece, il messaggio del testo: “È uno dei cavalli di battaglia di Isocrate: l’importanza della giustizia, in chiave utilitaristica. Diversamente che in Platone, dove la questione è soprattutto etica, qui il concetto è che vivere in maniera retta conviene, perché porta un beneficio concreto, mentre l’ingiustizia porta caos e rovina”. Non mancano pure i riferimenti all’attualità: “Nel finale si parla di una società ‘corrotta da uomini politici che non sanno fare altro che mentire’: credo che i ragazzi sentiranno l’eco del presente”. Nonostante le difficoltà e la lunga assenza di Isocrate dalla maturità, il professor Tulli approva la scelta del brano per la seconda prova: “Se è vero che mancava da decenni, Isocrate può essere considerato a tutti gli effetti un grande classico. E il suo stile si presta in maniera perfetta all’esercizio della traduzione”, conclude. “La sua prosa è un’architettura mirabile costruita con geometrie infallibili intorno a concetti profondi. Come un’opera dell’Acropoli, come il Partenone. Complesso, ma spettacolare”.

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