Cinema

Samba, una storia d’amore e immigrazione con il “quasi amico” Omar Sy e Charlotte Gainsbourg

La pellicola ha venduto in Francia oltre 13 milioni di biglietti. Da noi è di imminente uscita, essendo nelle sale italiane da giovedì 23 aprile in 150 copie per 01 Distribution. Immancabile protagonista è il divo Omar Sy già icona irresistibile di Quasi amici

di Anna Maria Pasetti

L’immane tragedia attuale richiama solo se stessa. Ma si sa che il cinema da anni non sia mai stato indifferente al dramma dei migranti: passati, presenti e presumibilmente futuri. Una delle “commedie sociali” sul tema arriva dalla Francia e s’intitola Samba, come il suo protagonista. Dietro la macchina da presa il duo “Re Mida” del cinema d’Oltralpe: Olivier Nakache ed Eric Toledano, in altre parole i registi di Quasi amici, il massimo successo al botteghino francese di tutti i tempi dopo Amélie.

Se non ha raggiunto in madrepatria i trionfi del film sopracitato (20 milioni di spettatori), Samba si è comunque comportato alla grande nelle casse nazionali con oltre 13 milioni di biglietti. Da noi è di imminente uscita, essendo nelle sale italiane da giovedì 23 aprile in 150 copie per 01 Distribution. Immancabile protagonista è il divo Omar Sy (Hollywood l’ha voluto anche negli X-men…), già icona irresistibile di Quasi amici nell’indimenticabile ruolo del “badante” del paraplegico François Cluzet.

Samba è lui, un franco/senegalese da un decennio immigrato in terra francese, sans papier, volenteroso ma un po’ cazzone, con un’altissima dose di simpatia da spargere a chiunque. Tenta la strada della regolarizzazione e l’ufficio immigrazione non è – chiaramente – sempre all’altezza di aiutare le anime raminghe che l’affollano. Dietro a una scrivania però trova una giovane donna dai tratti di Charlotte Gainsbourg: è un puro caso che si trovi in quel ruolo, essendosi licenziata da una professione di manager assai migliore, ma in seguito a un esaurimento nervoso ha deciso di cambiare vita. È incontro, è colpo di fulmine ed è amore. Contrastato, inaccettabile agli occhi degli stessi protagonisti, ma inevitabile.

Samba, ispirato al romanzo di Delphine Coulin (co-sceneggiatrice del film ed ella stessa regista con la sorella dell’ottimo 17 ragazze), mescola con abilità di scrittura e regia dramma e ilarità, impegno sociale e romanticismo. Nel film anche il giovane ma popolare attore franco-maghrebino Tahar Rahim (protagonista dell’acclamato Il profeta ma anche del nuovo lavoro di Fatih Akin, Un padre, attualmente nelle sale).

A Parigi lo scorso gennaio appena dopo i fatti di Charlie Hebdo ne abbiamo parlato con uno dei due registi, Nakache, in occasione dei Rendez-vous del cinema francese. Le sue parole, seppur oggi superate da riflessioni che rimandano al dramma degli oltre 700 morti nel Canale di Sicilia fanno riflettere: “Il tema di Samba sui migranti sans papiers in Francia non può non ricollegarci alla tragedia di Charlie Hebdo: siamo tutti sotto shock e quanto accaduto ritengo sia un enorme passo indietro nel processo integrativo dei migranti. Per me, in particolare, è molto doloroso ammetterlo visto che sono di origini algerine, il mio amico e socio Toledano è marocchino mentre come sapete Omar Sy è di radici senegalesi”. “Credo che a prescindere dalla provenienza di ciascuno – continua Nakache – ciascuno di noi autori/registi/artisti abbia una grande responsabilità comunicativa verso la società odierna, specie noi tre che abbiamo ricevuto tanto successo grazie a Quasi amici. Oggi pensiamo che il nostro dovere sia di impegnarci a parlare soprattutto alle nuove generazioni. Non a caso il prossimo progetto sarà interamente interpretato da giovani e a loro si volgerà”.

Il trailer di Samba

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